1998 Gli Alpini ed il monastero di San Quirico - Assisi - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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1998 Gli Alpini ed il monastero di San Quirico - Assisi

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GLI ALPINI ED IL MONASTERO DI SAN QUIRICO - ASSISI
          
Per secoli i bisognosi hanno bussato alla loro porta…
… ora le suore bussano alla porta di noi Alpini!
 
Fiamme Verdi Dicembre 1998
    
IL MONASTERO DI SAN QUIRICO è proprio nel centro ad Assisi.
Si tratta di una struttura di importante rilevanza architettonica ed artistica, la cui vicenda si è sviluppata di pari passo con quel grande fenomeno religioso-culturale che ha cambiato la Storia non solo d'Italia ma di tutta Europa: Il Francescanesimo d'Assisi.
E' uno dei due plessi che ospitano le suore di Santa Chiara.
Per la sua data di fondazione bisogna risalire alla fine del Sec. XIV e alla prima metà del XV, quando si assiste in Assisi, come nelle vicine Perugia e Foligno, ad una proliferazione notevole di gruppi di pie donne, provenienti dal III Ordine Francescano Secolare che unitesi in case di proprietà professavano tale Regola approvata da Papa Nicolò IV nel 1289.
Nessuno di questi monasteri è anteriore a quello di Vanna in cui si riconosce il primo nucleo della Comunità di San Quirico; le prime notizie sicure risalgono ad alcuni documenti amministrativi conservati al Sacro Convento di S. Francesco risalente al 1381, 1392 e 1394.
La casa era assistita dai Francescani se non proprio dal Beato Frà Paoluccio Trinci che in un documento del 1416 è citato addirittura come fondatore. L'intento di Paoluccio Trinci è di ritornare alle origini dello spirito e del pauperismo evangelico francescano e trovò in Angelina di Montegiove una collaboratrice illuminata, ed è proprio sotto il suo nome che l'istituto ebbe l'approvazione da parte di Martino V il 19 Agosto 1428. Il solo superstite di tante case di penitenti che per tanto tempo vissero nella spiritualità della Beata Angelina è il Monastero di San Quirico passato in seguito alla I regola di Santa Chiara.
Attorno al 1436 le suore di San Quirico vennero in possesso di una proprietà in Porta Sanata Chiara (localizzazione attuale del Monastero) dove si trasferirono nel 1451. La prima Chiesa del Monastero è da riconoscersi in una sala affrescata al I piano ora adibita all'accoglienza dei pellegrini e rimase questa fino al 1573 quando il Visitatore Apostolico Monsignor Pietro Camaiani, secondo i decreti del Concilio di Trento, ordinò che la cappella non fosse incorporata alla casa ma fuori dalla clausura.
I lavori iniziarono nel 1598 e la chiesa venne inaugurata nel 1601 e dedicata ai Santi Martiri Quirico e Julietta, secondo la tradizione, martirizzati nel 304 d.C. a Tarso di Cilicia sotto Diocleziano.
La costruzione monastica poggia su strutture romane (ancora oggi conservate intatte) in cui attraverso recenti restauri, si è riconosciuto un complesso termale (locale absidato in laterizio intonacato). Negli anni 1889-1899 circa le monache subirono continue minacce di espulsione e il monastero venne riacquistato dal Demanio Pubblico proprio nel 1899. Incoraggiate soprattutto da S.E. Mons. Giuseppe Placido Nicolini, Vescovo di Assisi, le sorelle passarono alla nuova Regola il 16 Giugno 1931 Solennità dei Santi Quirico e Julietta. Nella storia del Monastero si ricorda l'anno 1943 in cui Mons. Nicolini, ispirandosi alle direttive dello stesso Pio XII, diede ordine alla case religiose di accogliere chiunque, ricercato per cause politiche o razziali, avesse chiesto asilo. Infatti la comunità di San Quirico salvò numerose famiglie ebree perseguitate e ricercati politici, e la Madre Abbadessa del tempo sr. Maria Giuseppina Biviglia (1897-1991) mise a repentaglio anche la propria sicurezza fino a rischiare la deportazione nei campi di concentramento tedeschi.
Dal 1937 la comunità, nella zona della foresteria, svolge opera di accoglienza dei pellegrini condividendo con chi lo desidera la preghiera che scandisce l'intera giornata.
All'interno del complesso monastico sono conservati affreschi di Tiberio d'Assisi, (XV sec.) Matteo da Gualdo ed alcune tele dei Sermei e della scuola del Caravaggio.

IL RECENTE TERREMOTO IN UMBRIA ha devastato il monastero ed ha fatto quello che non erano riusciti a fare né la guerra né i nazisti; e cioè, dopo più di 400 anni, ha violato la clausura delle Suore di San Quirico e le ha buttate in strada.
Le Clarisse sono ora ospitate dal Amelia lontano da Assisi ma sentono la necessità di tornare a San Quirico per riprendere l'attività di portineria, e cioè quel mirabile scambio tra interno ed esterno che rappresenta la principale ragione d'essere delle Clarisse.
Scorrono fili invisibili tra le persone che praticano la solidarietà e quindi diventa ovvia l'affinità tra le suore Clarisse di Assisi con noi Alpini di Conegliano e Vittorio Veneto; queste sorelle hanno umilmente chiesto un nostro intervento per rendere abitabile almeno una parte del monastero e noi Alpini non ci siamo tirati indietro!
Alle porte del Monastero delle Clarisse di San Quirico, bussarono gli Ebrei perseguitati e bussano migliaia di giovani per un'esperienza di spiritualità e preghiera; bussano coppie, famiglie e persone in difficoltà per affidare una pena, chiedere un consiglio, un aiuto; bussano coloro che sono stati colpiti dal dramma per dare sfogo alla loro disperazione, certi di trovare ascolto, una parola, un sollievo; bussano credenti e non credenti, avendo percepito che lì c'è nascosto un mistero di gioia, di vita paradossale, ma verace.
Ora le Suore Clarisse del Monastero di San Quirico hanno bussato alla porta degli Alpini…
E noi Alpini non ci siamo tirati indietro.
Siamo consapevoli delle difficoltà e dello spessore dell'intervento, che rimane comunque alla portata delle nostre sezioni se sapremo esprimere un'azione sinergica, capace di coinvolgere tutte le nostre genuine potenzialità e quelle del nostro territorio.
In tale ottica è nostro impegno sensibilizzare i soci, gli amici, i simpatizzanti e quanti possono concorrere a questo importante obiettivo!

L'INTERVENTO DI RECUPERO
Ci siamo incontrati più volte ad Assisi, i nostri geometri hanno effettuato numerosi sopralluoghi, constatando che si trattava di un intervento difficile ed impegnativo, ma quando abbiamo capito di essere per le Clarisse l'unico filo di speranza per rientrare nella loro casa, siamo partiti.
Ed ha preso così corpo l ' "Operazione San Quirico".
Creata una commissione tra le nostre due Sezioni, Conegliano e Vittorio Veneto, lunedì 12 ottobre è partita la prima squadra, cui ne sono seguite altre con turni settimanali. Le squadre dispongono di supporto logistico, di mezzi e macchinari.
Le squadre sono composte da un numero variabile di alpini, dipendente dalle necessità e dalle particolari fasi dell'intervento. Si tratta di pensionati, liberi professionisti, ma anche di lavoratori dipendenti che hanno ritardato le loro ferie o chiesto appositi permessi per dare il loro contributo all'Operazione San Quirico.

Opere edili:
- demolizione di pavimenti ed intonaci;
- scavi per la realizzazione di drenaggi;
- nuova pavimentazione, nuovi intonaci, risanamento generale con installazione di nuovi serramenti interni ed esterni.

Opere per impianti elettrici:
- predisposizione per tutte le linee (forza illuminante e motrice);
- quadri elettrici (generale e centrale termica)

Impianto termico ed idraulico:
- rimozione delle tubature ed apparecchiature esistenti con eventuale recupero delle stesse;
- rifacimento del nuovo impianto, con installazione di una centrale termica;
- predisposizione allacciamenti ai piani superiori.
Ci siamo cimentati in quest'impresa pur sapendo che tale intervento è al di sopra delle nostre possibilità. Ma tutti sanno che nel DNA delle Penne Nere c'è fede in Dio, ma anche smisurata fiducia negli uomini.
Disponiamo della manodopera dei nostri soci, ma servono mezzi e materiali, da reperire anche in loco.
Desideriamo coinvolgere anche le nostre amministrazioni comunali, enti, associazioni, amici degli alpini e tutti coloro la cui sensibilità li porterà a condividere l'iniziativa.
Come in tutte le nostre manifestazioni, con il nostro impegno vogliamo dare testimonianza dei valori semplici, e per noi irrinunciabili, della solidarietà e della "condivisione".
E' questa, infatti, la strada scelta dagli Alpini per una società ed un futuro migliore.


Suor Giustina ci scrive

. . . DALLE FONDAMENTA
Da quando le corpose e movimentate voci dei nostri Alpini si sono unite al canto sommesso delle poche sorelle rimaste in Monastero per seguire i lavori di ricostruzione, il rumore dei martelli pneumatici, delle scavatrici e dei più diversi attrezzi, sono diventati (per noi) come una musica che rompe il silenzio di un anno in attesa con una ondata di speranza.
Ogni tanto ci permettiamo di fare capolino al di là della canonica separazione che garantisce una regolare convivenza, per cercare nel volto di questi uomini lo spirito e le motivazioni dell'aiuto che ci stanno offrendo. Non è facile scoprirlo nei primi istanti dell'arrivo di una nuova squadra, perché è preponderante la fatica dell'inserimento in un nuovo ambiente, ma dagli occhi luminosi della squadra che parte si può intuire la differenza… Ma cosa è nato? Cosa succede in una sola settimana di lavoro qui in Assisi?
L'esperienza che si vive quotidianamente nel Monastero da quando l'alza bandiera segna l'inizio di un nuovo giorno è un'esperienza di duro lavoro e di una semplice ma intensa vita fraterna. Gli Alpini condividono tutto, come noi sorelle clarisse, ed è proprio la condivisione che dà un volto nuovo alla vita.
Le loro motivazioni ed il loro stile sono forse diversi da quelli delle sorelle, ma la gioia di stare insieme e di costruire insieme qualcosa di buono ha lo stesso sapore di vita e di pace. Ed è questa nascosta consapevolezza che rende più vivo lo scambio e l'intesa che nasce e cresce in questi giorni.
Non c'è niente di più quotidiano e inapparente di un pasto condiviso, di un bicchiere di vino rosso e di uno scambio di battute nei momenti di pausa, ma è proprio in questa fertilità che si costruiscono le cose più grandi.
Ed è grande anche il nostro Monastero ed i lavori che si dovranno eseguire per rimetterlo apposto, ma è bello che proprio agli Alpini ed al cuore generoso della loro opera di volontariato sia stato affidato il primo passo.
Certo il prezzo di questo inizio è alto, soprattutto in questa prima fase che richiede un lavoro pesante per rinforzare le fondamenta deboli ed a volte inesistenti della struttura, ma anche per questo è ancora più significativo e questa certezza noi clarisse la custodiamo come prezioso seme di una fraternità nuova.
Suor Giustina

ECHI DAL CANTIERE DI SAN QUIRICO …

12.10.98 Lunedì. Questa mattina alle 2,30 per me, come per gli altri volontari del primo turno, è partita l'operazione San Quirico in Assisi. Dopo aver controllato i mezzi e completato il carico del camion, si siamo incontrati puntuali alle 4 al casello autostradale di Conegliano. Saluti e presenta-zaini, e con tanto entusiasmo si siamo avviati per questa nuova avventura…
… Alle 10,30 siamo arrivati ad Assisi accolti con gioia indescrivibile dalle suore del convento che, pur vedendoci con il nostro fiero cappello alpino in testa, non credevano fossimo arrivati. E pensare che suor Giustina ha fatto arrivare il padre da casa per assistere al nostro arrivo. Dopo un rapidissimo sopralluogo, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo scaricato i camion e sistemato i materiali. Alle 13 il buon Gino ci ha preparato il pranzo a base di pastasciutta e formaggio, il tutto annaffiato con buon verdiso…
… Suor Giustina ci ha preparato le camere, bellissime, con bagno e doccia, la cucina ben fornita, televisione e angolo bar. Se non fosse per il gran lavoro da fare, sembrerebbe di essere in un hotel a 4 stelle. Alle 14 abbiamo sondato il pavimento e trovato i primi problemi però risolvibili. Posizioniamo i cartelli edili e quello dell'ANA. Attiriamo l'attenzione e lo stupore dei passanti. Costruito e posizionato il pennone porta bandiera, e così anche ad Assisi sventola il tricolore e le fiere penne nere delle Sezioni di Conegliano e Vittorio Veneto. Dopo aver ricevuto gli ordini da Lino e le raccomandazioni da Nino, che sono ripartiti per Conegliano, sistemiamo materiali ed attrezzi…
… Ore 19: tutti schierati per l'ammainabandiera. Una rapida lavatina e tutti a collaborare per la cena a base di pasta e formaggio (speriamo che domani il menù cambi). Fatto il programma per domani, sono le 22,15: tutti in branda...
… Giornata tipo: ore 6,30 sveglia, ore 7 colazione ed inizio lavori. Scaviamo attorno ai muri perimetrali delle fondamenta mancanti, tutti gli scavi effettuati e posa delle gabbie in ferro, tutto pronto per il getto. Smontati impianti elettrici, dove possibile, e abbattimento pareti. Noto con fierezza che tutto il gruppo lavora in silenzio e di buona lena, le suore vengono spesso a trovarci e ci fanno complimenti: oggi è arrivata anche la badessa ed è rimasta molto soddisfatta al punto tale che mi ha abbracciato e baciato. Hanno fatto un sopralluogo sia l'ingegnere che l'architetto ed il geometra: nessuna ha avuto nulla da ridire e di hanno ringraziato e fatto nuovamente i complimenti. Speriamo di tenere il ritmo fino a sabato…
… Ore 18,30 ammainabandiera. Tutti a lavarsi, poi faremo la cena, domani è un altro giorno…
… Si continua a tenere il ritmo delle 10 ore e mezza al giorno, come da programma da me stilato…
... Domani incominciamo a togliere l'intonaco, siamo molto stanchi ma il morale è ancora alto. Le suore vengono a trovarci spesso e non finiscono mai di farci i complimenti. Il vitto che preparo ai ragazzi diciamo che è buono ed abbondante. Da parte mia sono molo soddisfatto per il loro comportamento e per l'opera che stanno svolgendo. Stanno veramente dando il massimo…
… Come al solito i ragazzi, vuoi perché sentono l'aria di casa o per la compattezza del gruppo , vogliono fare ancora di più. Certo non sono io quello che li frena, perciò ordine malte a terra e … per questa sera malte a terra. Felice e soddisfatto anche l'autista Bruno, seduto sul pozzo aiutandosi con il braccio sinistro per fumare la sigaretta con il destro…
… Domani la pulizia camerate e scale e preparazione per il cambio. Alle ore 8 è prevista la Santa Messa con le suore, visto che ce lo hanno proposto e non ci dispiace…

Celestino Costacurta

* * *
17.10.98 Sabato. Siamo arrivati puntuali alle 10,30. La squadra n. 1 ci aspetta con una certa soddisfazione e ci trasmette le consegne: "Di qua sì, di là no, attenti a quella scala, non si entra in quel corridoio". Le consegna del cantiere vengono trasmesse da Costacurta (uscente), al capocantiere di turno, Pietro Papa di Falzè di Piave…
… Alle 14,30 si inizia i lavori e "Batti e scava" con lena fino alle 18,30. Quindi si cena. Il "cuoco" Vendramelli si è fatto aiutare, nella cottura della carne, da altri. Dopo cena "libera uscita"; si è girato un po' per Assisi. Alle 23 tutti a nanna.
Nota: durante la notte qualcuno ha lavorato, disturbando gli altri, per preparare legna per l'inverno…
… Sveglia come si vuole: qualcuno va a Messa. Altri a visitare la Basilica inferiore di San Francesco. Pranzo alle 13, poi si va a spasso per Assisi. Alle 19,30 cena (non so come sia riuscita!), si concordano gli orari per la settimana.
… Alle 13 si riprende il lavoro: con le macchine si da "un disastro", adesso di vede cosa si dovrà fare! L'idraulico e l'elettricista sono indispensabili per isolare la parte dove si lavora dal resto del monastero. I "dirigenti" Chies e Maretto sono tornati a casa. Alle 19 si cena, siamo in 12. Dopo cena qualcuno esce, altri giocano a carte. Alle 22,30 tutti a letto.
Nota: i lavoratori notturni, sempre per via della legna da ardere, vengono "isolati".
… Nota: dopo cena si guarda un grosso frigorifero consegnatoci come non funzionante da venerdì. Era staccato dalla corrente! E domani viene il tecnico chiamato dalle suore.
21.10.98 Mercoledì. Sveglia solita… Alle 7 puntuali si iniziano i lavori. Siamo in 9 in quanto l'elettricista e gli idraulici sono partiti per rientrare. Alle 12 si pranza, tutto va bene…
Nota1: Giovanni Zanette si esibisce con le sue barzellette…
Nota2: alle 21 tutto incravattato Giovanni esce... dove andrà?
22.10.98 Giovedì. Sveglia… solito. Alle 7 inizio lavori con gran lena: gli escavatoristi vogliono finire in tempo per rientrare in serata. Alle 8,30 si rompe un tubo di acqua calda… viene tappato. Alle 11 si rompe la mini-pala. Schincariol tenta di ripararla, ma alle 12, si decide di smuovere tutto il terreno e poi caricare il camion a mano. Alle 16 gli escavatoristi partono con un camion e le macchine. Di gran lena gli uomini caricano il camion rimasto. Ma alle 19 smettono, mortificati per non aver potuto finire. A cena siamo in 7.
23.10.98 Venerdì. Sveglia solito… Si inizia prima delle 7 per tentare di finire, ma c'è solo un camion e allora si cerca di impegnarsi in altri lavori. Alle 12 a pranzo ci si rende conto che non si potrà finire lo scavo: il camion viene caricato a tempo di record, ma poi i deve star fermi nello scavo per 40 minuti. Si riprende alle 13 e alle 18,30 parte l'ultimo camion della giornata. Intanto si è finito di scrostare i muri e si sono fatti tre pezzi di sottofondazioni con relative gabbie in ferro. Alle 19,30 cena… stanchi, ma non dalla fatica bensì dalla tensione nervosa per non aver fatto tutto quello che era stato preventivato.
Nota: stasera mentre gioco a carte, mi viene spiegato perché mi chiamano "Fra Carlo". Fra Carlo = FraCarlo = Fracarlo = fraccarlo… ecc. …
Ero arrivato al mio Battesimo !
24.10.98 Sabato. Sveglia alle 7. Alle 7,30 alza bandiera, poi pulizie nelle camere e in tutti i locali comunemente praticati. Alle 8,30 si va a Messa: strano… ci sono tutti! Alle 10,30 arrivano i nuovi… il cambio… si passano le consegne, si osservano i lavori datti e da fare, si scaricano i viveri che hanno portato i nuovi… c'è una montagna di acqua… Alle 12 si pranza.. dopo pranzo c'è chi sussurra timidamente una canzone. Allora si canta! Due o tre canti poi la foto ricordo e poi via verso le nostre case.
Nota: Le suore che si seguono sono di una simpatia unica, hanno mille riguardi e mille attenzioni nei nostri confronti. La Suora Badessa viene ad ogni cambio a salutare chi arriva e chi parte.

Mario Vendramelli

* * *
Siamo partiti di buon ora dalla piazza di Cordignano, erano le 4,30 e ci siamo diretti ad Assisi, non per chiedere il "perdono d'Assisi" ma per lavorare nel cantiere che le sezioni ANA di Conegliano e Vittorio Veneto hanno allestito presso il Monastero delle clarisse di San Quirico.
Dopo aver conosciuto la squadra da rimpiazzare, si siamo subito guardati negli occhi, all'unanimità abbiamo spontaneamente indossato le "divise" e "pala e pic" con relative carriole ci siamo insediati nel posto di lavoro. Io alla carriola da inesperto manovale, Lucio Varnier da capo cantiere a decidere di far iniziare il lavoro; e gli altri otto "tecnici" componenti il gruppo.
Alla sera, cappello in testa, "libera uscita" tutti in gruppo con Lino Chies e signora, abbiamo visitato il centro i Assisi, piazza del Comune ed altro. Poi, pian piano si è cominciato ad intonare qualche canzone alpina. L'effetto è stato molto bello perché i presenti, dal freddo e razionale "tedesco di Germania" al focoso e spontaneo sudamericano, si sono entusiasmati ed hanno accolto con spirito fraterno questo nostro naturale modo di entrare nella sensibilità umana, alpina.
Dopo aver così sfogato le nostre corde vocali, ci siamo riposati con le barzellette di Egidio Lot, fonte inesauribile.
Nelle serate successive, Assisi ed i pellegrini di varie nazionalità, ci salutavano con affetto, apprezzando il nostro impegno i volontariato.
Suor Giustina, con la sua presenza in cantiere, ci spronava a lavorare senza nulla dire, se no per meravigliarsi del lavoro che si materializzava in prodotto finito.
La strada bloccata per asfaltatura, il camion in panne per un guasto temporaneo, sono cose che ci hanno dato la carica per aumentare la nostra laboriosità. Non possiamo poi tralasciare la parte gastronomica con lo chef Enio Chiaradia, che hai saltimbocca alla romana, allo spezzatino, al coniglio alle verdure con polenta, ci ha rinvigorito nel fisico per rendere meglio sul lavoro.
Nel complesso, pertanto, dobbiamo trarre un bilancio positivo di tutto il nostro operare, plaudendo al gruppo (tutti inclusi anche se non menzionati) per la gioia, la serenità ed armonia che ci ha accompagnato in questa settimana "fuori casa".
Grazie del vostro comportamento ed … al prossimo appuntamento. Saluti scarponi.

Ennio Da Re


PRESENTATA A PALAZZO SARCINELLI
L'OPERAZIONE SAN QUIRICO
Venerdì 30 ottobre, in Palazzo Sarcinelli è stata presentata l'Operazione San Quirico.
Erano presenti: sindaci, amministratori, giornalisti stampa e tv, numerosi alpini e simpatizzanti.
Al saluto del presidente Paolo Gai è seguito l'intervento del sindaco Floriano Zambon che, plaudendo all'iniziativa, ha ricordato legami storici e culturali tra il Francescanesimo di Assisi e la Città di Conegliano. Nino Geronazzo si è quindi soffermato sulle motivazioni che ci hanno portato ad intervenire in aiuto delle Clarisse di Assisi. Lino Chies, presidente della commissione San Quirico, ha illustrato le fasi tecniche dell'intervento, qualificandone la portata. Infine Michela Chies ha letto una lettera inviataci da Suor Giustina (alla conferenza erano presenti i genitori, giunti da Padova).


INTERESSANTE CONCERTO DEL FISARMONICISTA
MARIANO SACCOL
All'Auditorium "Dina Orsi" per San Quirico
Venerdì sera 6 novembre all'Auditorium "Dina Orsi" è stato eseguito dal fisarmonicista Mariano SACCOL un concerto di musica classica e leggera.
Il trattenimento musicale voluto dalle sezioni di Conegliano e Vittorio Veneto per raccogliere fondi per la ricostruzione dell'antico monastero di San Quirico in Assisi, danneggiato dal terremoto in Umbria nel 1997, non ha totalmente esaurite le aspettative.
L'esecutore è stato all'altezza della sua fama. Brani suonati con grande maestria; passaggi proposti correttamente, con scioltezza, nonché con grande sentimento e forza colorita, soprattutto le composizioni degli autori classici, come Ciaikovski, Schuber, Wagner, Lists, Strauss, Verdi, e … il "dottor Zivago", tanto per accennarne alcuni.
La fisarmonica è uno strumento straordinario dal quale si può ricavare un'armonia orchestrale, espressione di suoni si diversificati strumenti.
Il concerto si è protratto per oltre due ore, ottenendo larghi consensi e scoscianti applausi. Complimenti, quindi, all'alpino Mariano Saccol.
Buona la presenza di alpini e familiari, con i presidenti delle sezioni di Conegliano e Vittorio Veneto, Paolo Gai e Donato Carnielli. Ma la manifestazione musicale meritava un pubblico più numeroso, soprattutto dato lo scopo che si erano prefisso le penne nere.
Graditi ospiti sono stati gli alpini della sezione di Savona, i quali, prima di raggiungere Vittorio Veneto, per partecipare alla cerimonia dell'80° della vittoria, con la visita del Presidente della Repubblica Italiana, si sono fermati a pernottare nella nostra Città.

Renato Brunello


MIRACOLO A SAN QUIRICO
Giovedì 15.10.98 intercorre un colloquio telefonico tra il cantiere di San Quirico, in Assisi, e Conegliano.
Il responsabile della prima squadra, Celestino, comunica a Chies l’elenco delle cose che servono in cantiere e dovranno  essere inviate giù assieme alla seconda squadra.
Tra queste anche la caneta par travasar al vin da ‘e damigiane...
Qualcuno ha pensato, o, meglio, ha osato pensare, che laggiù, non avendo la caneta, non avevano bevuto. E cioè,  udite, udite, 6 alpini sono stati una settimana in un cantiere senza bere un goccio.
La cosa è stata ritenuta sconvolgente. Ed allora è stata aperta un’ inchiesta che appurerà se l’incredibile, quanto  abominevole, supposizione è fondata o meno.
Se risulterà che davvero 6 alpini hanno resistito assieme una settimana senza bere, la data e le modalità in cui si è  sviluppato l’intero episodio dovranno essere descritte negli Annali della Diocesi di Vittorio Veneto. Risulterà infatti  essere questo l’unico miracolo, che si ricordi a memoria d’uomo, accaduto tra gli abitanti della Sinistra Piave dopo la  liberazione dalla peste per opera di S. Gusta, fatto questo avvenuto nel 600, per ricordare il quale i vittoriesi  eressero il Tempio a Lei dedicato.

 
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