1998 Le Clarisse di San Quirico hanno bussato alla porta degli alpini
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LE CLARISSE DI SAN QUIRICO HANNO BUSSATO ALLA PORTA DEGLI ALPINI
Il nostro intervento, a fianco degli amici della Sezione di Vittorio
Veneto, per risanare il monastero delle suore Clarisse di San Quirico in
Assisi, devastato dal recente terremoto.
Fiamme Verdi Settembre 1998
LE CLARISSE DI SAN QUIRICO
Il monastero di San Quirico è in centro
ad Assisi. E’ uno dei due plessi che ospitano la suore fondate da Santa
Chiara. Le Clarisse vivono immerse nella preghiera, nel sacrificio e nella
clausura. La loro vita è improntata alla massima semplicità, condotta nella
povertà e nella comunione fraterna. Quando non sono impegnate nella preghiera
a Dio si dedicano ai servizi per la comunità ed a qualche lavoro per il
sostentamento del monastero, anche se per lo più le sorelle si affidano alla
provvidenza.
Grande è la loro attenzione per coloro che bussano al convento: giovani che vogliono fare esperienze di spiritualità, che chiedono alle suore incontri per ascoltare le testimonianze della loro vocazione e della loro vita; persone che chiedono di condividere con le Clarisse alcuni momenti di preghiera. Ma bussano a quella porta anche adulti, coppie in difficoltà, famiglie e persone singole per affidare una pena, un caso drammatico, per sfogarsi in un momento di disperazione e per chiedere una preghiera. Un servizio di generoso ascolto e di speranza per tante persone che non sanno più a chi appellarsi.
Tanto bene, sempre silenzioso e nascosto, anche se avventurandosi tra le mura del sotterraneo di San Quirico, forse, si potrà riudire l’eco dei sussurri e delle lacrime di tanti Ebrei che, dopo aver bussato a quella porta, trovarono proprio in quel monastero sicuro riparo dalla persecuzione nazista. Donne capaci di gesti eroici, che a rischio della loro vita sfidarono l’arroganza delle SS. Donne che ancora oggi sono capaci di gesti controcorrente, anche se spesso il loro stile di vita non viene compreso. Eppure, anche tanti che non credono percepiscono che lì c’è nascosto un mistero di gioia, di vita paradossale ma verace. Ecco perché a quella porta bussano credenti e non credenti.
Ora le suore Clarisse del monastero di San Quirico hanno bussato alla porta degli Alpini
Grande è la loro attenzione per coloro che bussano al convento: giovani che vogliono fare esperienze di spiritualità, che chiedono alle suore incontri per ascoltare le testimonianze della loro vocazione e della loro vita; persone che chiedono di condividere con le Clarisse alcuni momenti di preghiera. Ma bussano a quella porta anche adulti, coppie in difficoltà, famiglie e persone singole per affidare una pena, un caso drammatico, per sfogarsi in un momento di disperazione e per chiedere una preghiera. Un servizio di generoso ascolto e di speranza per tante persone che non sanno più a chi appellarsi.
Tanto bene, sempre silenzioso e nascosto, anche se avventurandosi tra le mura del sotterraneo di San Quirico, forse, si potrà riudire l’eco dei sussurri e delle lacrime di tanti Ebrei che, dopo aver bussato a quella porta, trovarono proprio in quel monastero sicuro riparo dalla persecuzione nazista. Donne capaci di gesti eroici, che a rischio della loro vita sfidarono l’arroganza delle SS. Donne che ancora oggi sono capaci di gesti controcorrente, anche se spesso il loro stile di vita non viene compreso. Eppure, anche tanti che non credono percepiscono che lì c’è nascosto un mistero di gioia, di vita paradossale ma verace. Ecco perché a quella porta bussano credenti e non credenti.
Ora le suore Clarisse del monastero di San Quirico hanno bussato alla porta degli Alpini
LA SITUAZIONE DEL MONASTERO, IL NOSTRO INTERVENTO
A causa del terremoto, ora il monastero è inagibile. Non ci sono
grandi crolli, ma la struttura è devastata. La Comunità delle Clarisse,
formata da 31 suore, è provvisoriamente ospitata presso una struttura in
Amelia (TR), a più di un’ora di macchina da Assisi. Esse però sentono la
necessità di tornare nel loro convento per riprendere l’attività di
portineria, bruscamente interrotta dal terremoto, e cioè quel mirabile
scambio tra interno ed esterno che rappresenta, la loro principale ragione
d’essere. A tale scopo serve recuperare gli scantinati (costruiti in epoche
remote con criteri antichi, solidi e consistenti) che non sono stati lesionati
dal terremoto, per poterli adibire ad alloggio e alla vita monastica.
Scorrono fili invisibili tra le persone che praticano la solidarietà. Forse questi fili o forse il binomio Alpini-terremoto hanno fatto incontrare le Clarisse di Assisi con noi Alpini di Conegliano e Vittorio Veneto. Le suore hanno umilmente chiesto un nostro intervento per il recupero degli scantinati in questione ed il ripristino della portineria del Monastero.
Ora sono nelle mani di Dio e degli Alpini.
Scorrono fili invisibili tra le persone che praticano la solidarietà. Forse questi fili o forse il binomio Alpini-terremoto hanno fatto incontrare le Clarisse di Assisi con noi Alpini di Conegliano e Vittorio Veneto. Le suore hanno umilmente chiesto un nostro intervento per il recupero degli scantinati in questione ed il ripristino della portineria del Monastero.
Ora sono nelle mani di Dio e degli Alpini.
Il nostro intervento
riguarderà opere edili, l’impianto elettrico ed il rifacimento
dell’impianto termo-idraulico. A tale scopo è stato ipotizzato un cantiere
composto da un responsabile, sei addetti (soci e simpatizzanti ANA) ed un
cuoco e responsabile della logistica.
La cosa non è semplice: è nuova, è lontana, è impegnativa. Si tratta di mettere alla prova, ancora una volta, la nostra proverbiale disponibilità alpina. Anche se provocato dalla calamità del terremoto, si tratta indubbiamente di un intervento diverso rispetto a quelli che ci hanno visto sempre protagonisti. D’altra parte gli incontri con le Clarisse di Assisi hanno evidenziato un profondo legame tra la loro spiritualità e la nostra alpinità, legame forse originato dal saper andare, entrambi, controcorrente.
Rimaniamo, al momento, per le Clarisse di San Quirico l’unico filo di speranza per il rientro nella loro “casa”.
Siamo consapevoli delle difficoltà e dello spessore dell’intervento, che rimane comunque alla portata delle nostre Sezioni se sapremo esprimere un’azione sinergica, capace di coinvolgere tutte le più genuine nostre potenzialità e quelle del nostro territorio. In tale ottica sarà nostro impegno sensibilizzare i Soci, gli amici ed i simpatizzanti tutti.
La cosa non è semplice: è nuova, è lontana, è impegnativa. Si tratta di mettere alla prova, ancora una volta, la nostra proverbiale disponibilità alpina. Anche se provocato dalla calamità del terremoto, si tratta indubbiamente di un intervento diverso rispetto a quelli che ci hanno visto sempre protagonisti. D’altra parte gli incontri con le Clarisse di Assisi hanno evidenziato un profondo legame tra la loro spiritualità e la nostra alpinità, legame forse originato dal saper andare, entrambi, controcorrente.
Rimaniamo, al momento, per le Clarisse di San Quirico l’unico filo di speranza per il rientro nella loro “casa”.
Siamo consapevoli delle difficoltà e dello spessore dell’intervento, che rimane comunque alla portata delle nostre Sezioni se sapremo esprimere un’azione sinergica, capace di coinvolgere tutte le più genuine nostre potenzialità e quelle del nostro territorio. In tale ottica sarà nostro impegno sensibilizzare i Soci, gli amici ed i simpatizzanti tutti.