2000 Ersilia prima donna alpino
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BELLUNO. HA CORONATO UN SOGNO NATO DA BAMBINA
Ersilia, prima donna alpino
Ventiduenne, cadorina, ha chiesto di fare il servizio militare volontario nelle penne nere
Ventiduenne, cadorina, ha chiesto di fare il servizio militare volontario nelle penne nere
Dal GAZZETTINO di Martedì 26/9/2000
Da piccola si divertiva un mondo quando saliva sulla Val d'Oten per andare a vedere le esercitazioni delle truppe alpine. Certo non immaginava che un giorno quella divisa, che tanto l'affascinava, se la sarebbe trovata addosso. Proprio come uno di quei soldati che vedeva intenti a sparare. Ad Ersilia Stuffo, 22 anni, cadorina di Calalzo, una tenace e mai smentita passione è riuscita a garantire non solo il coronamento di un sogno, fino a poco tempo fa, irrealizzabile,ma pure un posto in evidenza nella storia delle penne nere: quello che spetta alla prima donna in Italia che ha chiesto di fare il servizio militare volontario nell'arma degli alpini.
Tutto è avvenuto in fretta. A cominciare dalla domanda, presentata lo scorso mese di giugno. Appena in tempo. «Al volo, direi - spiega - dato che il limite di età è fissato ai 22 anni. Che io ho compiuto in agosto». Poi c'è stato l'esame, consistito in un test attitudinale, superato con 300 punti. Eravamo in centinaia. E la maggior parte delle ragazze che aveva attorno puntava a guadagnarsi l'uniforme della marina o dell'aeronautica.
In pochissime avevano scelto,invece, l'arma alpina. Il che per Ersilia si spiega facilmente: «Per la maggior parte delle donne l'approdo all'esercito costituisce uno sbocco occupazionale. Una convenienza. Per me è diverso.
Lo faccio per convinzione». Nulla di strano, del resto, visto che in casa Stuffo la penna nera è una tradizione che ci si tramanda di generazione in generazione. Tranne che papà Silvio, che ci ha dovuto rinunciare per ragioni di famiglia, tutti gli altri l'han portata con orgoglio e degnamente onorata: dal nonno Augusto che combatté sul Grappa e l'Altopiano di Asiago, al bisnonno Silvio che fu tra i Cacciatori delle Alpi, ai tempi della sfida lanciata dal patriottico Cadore all'Austria imperante. Per non dire di zii e prozii. Ora Ersilia si accinge ad emularli. Magari in situazioni meno cruente. Ma pur sempre con un impegno che durerà tre anni.
«Tre anni per cominciare, da volontaria di ferma breve. Poi mi attendono i concorsi» precisa, facendo capire di avere le idee ben chiare su un futuro cui guarda con convinzione e fiducia: «Basta abituarsi alle regole. Ed era tempo che anche le donne facessero la loro parte nella vita militare nell'ottica dell'auspicato equilibrio dei diritti e dei doveri rispetto all'uomo». La famiglia? «Per il momento penso solo ad indossare la divisa.
Più avanti vedremo».
A vederla tanto presa da foto e cimeli alpini di famiglia la domanda potrebbe sembrare quasi inutile: ha dunque ancora senso l'amor di patria? «Certo che ne ha. Altrimenti che senso avrebbe accingersi alla vita militare?»
Bruno De Donà
P.S. Purtroppo Ersilia non ce l'ha fatta ad entrare negli alpini per un problema di altezza, gli mancavano 2 cm.