2004 Alpini per la pace
Attività > Attività 2004
COOPERAZIONE MILITARE E CIVILE
Fiamme Verdi Ottobre 2004
Alpini per la pace
Una settimana in Bosnia Erzegovina con gli Alpini 3° Reggimento Artiglieria da Montagna di Tolmezzo, da una corrispondenza via Internet del capitano Andrea Barzotto di Conegliano
Consegnate le armi agli Alpini
SARAJEVO – E' avvenuto tra le località di Cajnice e Rogatica della Repubblica Srpska (entità serba di Bosnia): il contingente italiano che opera nel Paese balcanico nell'ambito della missione NATO ha registrato un nuovo successo della permanenza con una raccolta di materiale bellico.
Protagonisti gli uomini del 3° Reggimento Artiglieria da Montagna di Tolmezzo - che al momento costituiscono la componente maggiore del contingente italiano - e il plotone di specialisti in bonifica di ordigni del 4° Reggimento Genio di Palermo; l'operazione, oltre alla raccolta delle armi è proseguita con lo stoccaggio.
"L'attività è il frutto dei buoni rapporti tra la popolazione locale ed i militari italiani" - riferisce da Sarajevo il tenente Paolo Crociani, portavoce del contingente tricolore, guidato dal colonnello Silvio Biagini. Tutto si è svolto grazie alla collaborazione dei cittadini del posto che hanno dichiarato di "detenere armi da fuoco presso le proprie abitazioni e di volerle consegnare ai militari della forza multinazionale di pace presente in Bosnia Erzegovina". Mitragliatrici, fucili, bombe a mano e da fucile, cartucce di vario calibro, mine anti uomo, lanciarazzi e detonatori: questo il materiale sequestrato.
A meno di un mese dall'avvicendamento, gli uomini del colonnello Biagini festeggiano i primi risultati al servizio della stabilizzazione locale, nella missione che a fine anno passerà dal comando NATO a una gestione europea
Nell'ambito delle attività CIMIC (cooperazione civile e militare), gli artiglieri del 3° Reggimento Artiglieria da Montagna di Tolmezzo, a poco meno di un mese dall'inizio del loro mandato in Bosnia Erzegovina, sono stati impegnati in molteplici attività umanitarie, volte ad aiutare la popolazione bosniaca e in particolar modo i bambini. La settimana dal 5 al 12 luglio è stata densa di attività per i militari della "Cantore".
Con gli abbandonati
La prima attività umanitaria ha visto gli artiglieri di Tolmezzo, impegnati il 7 luglio nella consegna di aiuti umanitari al Centro Familiare "Giovanni Paolo II" di Vionica, piccolo centro della Bosnia meridionale vicino alla città di Medugorje.
Il Centro, fondato e gestito dalle Suore Missionarie della Famiglia Ferita, è da molti anni impegnato nel dare accoglienza a bambini resi orfani dalla guerra o abbandonati da famiglie povere e a ragazze madri non in grado di crescere i propri figli. Il Centro ospita circa cento persone tra adulti e bambini dai due ai quindici anni.
I materiali distribuiti (generi alimentari, piccoli elettrodomestici, computer e vari generi di vestiario) sono stati donati da varie organizzazioni umanitarie italiane che li hanno inviati a Tolmezzo, sede del 3° Reggimento Artiglieria da Montagna, unità da cui proviene la maggior parte del personale al momento presente in Bosnia.
Tre bambini
Nella mattinata dell'8 luglio, grazie a un progetto organizzato in collaborazione con l'Ambasciata italiana di Sarajevo, il team CIMIC del contingente italiano, ha donato la speranza di guarigione a tre bambini bosniaci. Tra le tante operazioni umanitarie che i militari italiani conducono da vari anni, va ricordata quella di assistenza sanitaria (grazie alla collaborazione di alcune strutture ospedaliere italiane) a bambini affetti da tumori, leucemie, disfunzioni cardiache, le cui cure non sono possibili mediante il ricorso le strutture sanitarie locali.
Alle 10 circa, i bambini sono arrivati al compound italiano e, dopo aver ricevuto la visita del colonnello Biagini, sono stati accompagnati all'aeroporto di Sarajevo per essere imbarcati su un volo diretto a Verona con destinazione finale Bologna, dove riceveranno le cure del caso presso l'ospedale della città emiliana.
In orfanotrofio
Il 9 luglio, partiti da Sarajevo alle quattro del mattino, gli artiglieri della caserma Cantore, si sono diretti verso la città di Banja Luka, capitale della Repubblica Srpska, al centro per l'infanzia "Rada Vranjesevic", unico orfanotrofio in tutta la Repubblica.
L'orfanotrofio, che viene finanziato dai comuni di origine dei suoi piccoli ospiti (circa 150 euro al mese per ogni bambino), attualmente accoglie circa centocinquanta bambini da zero a diciotto anni, di cui circa il trenta per cento rimasti orfani durante la guerra.
Al campo profughi
La settimana si è chiusa il 10 luglio con una attività umanitaria a Sokolac (località posta a circa sessanta chilometri a est di Sarajevo). In questa cittadina, anch'essa facente parte della Repubblica Srpska, sono presenti molti campi profughi abitati da persone che, abbandonata la speranza di ritornare nelle proprie case (distrutte o occupate da altre famiglie) in cui abitavano prima della guerra, vivono quotidianamente in uno stato di precarie condizioni igienico-sanitarie.
In questa occasione, l'attività svolta dal team medico militare italiano, è stata finalizzata all'effettuazione della fase iniziale di disinfestazione delle abitazioni, delle zone limitrofe al campo profughi; inoltre, i medici del contingente italiano hanno visitato undici bambini di età compresa tra quattro e quattordici anni e dieci persone anziane.