2009 La responsabilità della stampa
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CISA 2009, LA RESPONSABILITA’ DELLA STAMPA ALPINA
Fiamme Verdi Maggio 2009
Il tavolo della presidenza: il presidente della Sezione di Verona Ilario Peraro,
Bruno Gazzola, il presidente Corrado Perona, il gen. Federico Bonato com.te della Taurinense
Il Convegno itinerante 2009 della stampa Alpina si è tenuto quest’anno a Verona.
Il tema su cui dibattere: la responsabilità. La responsabilità di chi scrive sui giornali delle nostre sezioni e gruppi, di quello che trasmettiamo ai nostri soci e alla società intera.
Sono presenti i direttori delle nostre riviste, il consiglio nazionale, alcuni presidenti sezionali, il gen.Novelli com.te del COMFOTER , il gen. Bonato Com.te della Brigata Taurinense, i dirigenti e collaboratori de L’Alpino, del Centro Studi ANA, del portale. La sezione di Conegliano era rappresentata dal consigliere nazionale Nino Geronazzo, dal vice presidente Renzo Sossai e da Claudio Lorenzet.
Dalla discussione emerge che i nostri giornali, anche quelli di gruppo, sono una vera ricchezza per l’associazione, uno strumento di divulgazione delle nostre idee, di coesione. Dobbiamo tener conto che il nostro editore sono i soci alpini, e dobbiamo scrivere per coloro che ci leggono non per noi stessi. Dobbiamo mettere da parte narcisismo e individualismi culturali. I nostri giornali non devono essere solo cronaca sui fatti, bollettini, devono far riflettere sui fatti e creare una coscienza comune. A volte capita di leggere qualche nota stonata, l’importante è che la critica sia fatta in modo costruttivo. Non ci dobbiamo autocensurare, ma portare un contributo di coscienza, di condivisione, devono trasmettono emotività alpina. Parlare di più di quello che succede nella realtà quotidiana: disagio dei giovani, mancanza di educazione nelle famiglie, soppressione della leva, argomenti della società in cui viviamo, portando alla società punti di riferimento senza tenerli per sé. Grandi certezze sui valori, grande forza morale.
Responsabilità stampa alpina è abbandonare l’indifferenza e l’egoismo, diffondere e consolidare l’attaccamento al cappello alpino, sostenere i nostri giovani impegnati in missioni all’estero. Perché non scriviamo mai delle riduzioni di fondi all’esercito, della dismissione delle caserme, delle donne nell’esercito?
Rimaniamo sempre apartitici, ma usiamo la nostra stampa per dare massicce dosi di fiducia che usciremo dalla crisi. L’alpino che ci legge ha cervello fino, saprà valutare.
Decreto 81: Non abbiamo paura di scrivere sui nostri giornali che vogliamo continuare a fare volontariato, senza tanti bavagli. E’ un lavoro umanitario senza fini di lucro quello che vogliamo continuare a fare, e non vogliamo che il presidente sezionale rischi la galera, se qualcuno dovesse farsi male.
Dobbiamo tenere alta l’attenzione sugli obiettivi della nostra associazione, i nostri valori, la patria. Fare informazione costante. Sono cose elementari ma importanti. Sincerità e verità ci devono sempre accompagnare.
Nuovo portale ANA: 10 milioni di pagine visitate, quasi 5.000 caselle di posta elettronica, forum, blog, Forum: Da quello che si legge sul forum ANA, manca l’amor di patria, e noi invece dobbiamo diffondere questo sentimento. Non tutto ciò che viene detto in consiglio sezionale alla sera, possiamo portare in osteria la mattina dopo. Chi ha pagato il bollino ha sottoscritto il nostro statuto e deve comportarsi di conseguenza. Il forum ha bisogno di una regolamentazione, non si può scrivere su tutto e di tutto. Il forum dell’ANA è nostro e le regole fondamentali non si possono mettere in discussione. Quello che appare sul forum non è la linea, il pensiero dell’associazione, ma la linea individuale di chi vi scrive. E teniamo presente che un giornalista smaliziato può ricamarci il pensiero che vuole.
Conclude i lavori il presidente nazionale Corrado Perona e, con la passione che gli appartiene, racchiude nel suo intervento le conclusioni di questo convegno.
Il degrado della società si ripercuote anche sulla nostra associazione, che resta combattentistica e d’arma. La politica di parte ha avuto pochi valori e li ha anche persi per strada. L’ANA deve mantenere intatti i propri valori rimanendo all’interno delle regole associative.
C’è molto protagonismo anche nella nostra associazione: si afferra un argomento, ce se ne appropria per dire la propria. Se il Presidente del Consiglio parla di ronde e alpini non vuol dire che l’ANA sia stata sentita e sia d’accordo. Prima di sparlare e scrivere di tutto è meglio confrontarci con i nostri presidenti. Anche sull’emergenza Napoli ci sono state troppe invenzioni, per non parlare del metodo di assegnazione dell’adunata nazionale, sul quale sono state fatte mille insinuazioni. Non si può parlare o sparlare su cose di cui non sappiamo né le regole, né i fatti. Questo è manipolare l’informazione. Noi alpini dobbiamo rimanere nell’ambito associativo, seguendo le regole dettate dallo statuto, così come non dobbiamo tacere la verità ed essere sempre propositivi.
La stampa alpina ci ha fatto sicuramente crescere, come ricchezza di informazione, creando legame attorno ai nostri iscritti. Possiamo meglio capirci. Leggendo la stampa alpina locale ci si fa un’idea di come la pensano anche le varie anime dell’associazione. Dobbiamo preservare la stampa alpina, perché resti genuina com’è.
Il forum, forma di informazione supplementare, deve, per noi, sempre camminare nell’ambito associativo. Esprimiamoci come vogliamo, ma non contro la nostra associazione. L’unico regolamento per il forum è il buon senso di chi ci scrive. Se togliamo i valori a questa associazione, l’associazione è nuda. Questo non significa che non si possa discutere, replicare, portarsi appresso la dignità e la nostra storia.
E’ un richiamo al senso di responsabilità, non un rimprovero, ma un monito, Senza remore diciamo quanto ognuno di noi ha in animo di dire, non ci tappiamo la bocca, ma consideriamo l’importanza che la stampa ha. Polemica si, ma sana e costruttiva.
Partiamo dalla certezza che non abbiamo scheletri nell’armadio. Viviamo in questo mondo, assimilando e trasmettendo il meglio. Gli ideali non si commerciano. Andiamo verso la società per ribadire i concetti della nostra associazione. Non siamo un comparto chiuso, ci muoviamo e guardiamo avanti.
Da sempre, abbiamo il buonsenso di non isolarci ma di stare tra la gente, 4300 gruppi sono 4300 centri di italianità ed alpinità. Abbiamo i requisiti per dire alla gente che gli ideali non si dilapidano. Non siamo i migliori, ma vogliamo mantenere intatta la nostra linea di condotta.
Claudio Lorenzet
I partecipanti ai lavori del 13° CISA
Foto ricordo sotto il monumento "Alle aquile del VI Alpini"
I baldi Alpini di Conegliano si lasciano ritrarre da Luca Geronutti