2009 San Quirico una gioia lunga 10 anni - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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2009 San Quirico una gioia lunga 10 anni

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SAN QUIRICO: Una gioia lunga 10 anni
Fiamme Verdi Maggio 2009

Una cerimonia semplice e significativa nel decennale del restauro di una parte del convento delle suore Clarisse ad Assisi. Tornano a casa in silenzio gli alpini, felici e commossi, con nel cuore i ricordi più belli

Eravamo a dir poco “euforici” il 18 aprile del 1999, quando, alla presenza dell’allora presidente nazionale Parazzini e del past president Caprioli, oltre ad altre innumerevoli autorità associative, religiose e civili, abbiamo consegnato alle Suore Clarisse parte del Monastero di San Quirico ristrutturato e completo in ogni componente edilizia. Tanti! Eravamo veramente in tanti, circa 500, quel giorno a gioire nell’ammirare il risultato delle nostre fatiche. Soddisfatti noi, increduli i nostri accompagnatori e soprattutto felici le sorelle Clarisse, capitanate dall’allora badessa suor Giovanna. A lei ed a tutte le sorelle va la nostra riconoscenza per aver avuto fiducia in noi alpini e per averci dato la possibilità di poterci esprimere, coi fatti, all’interno di una particolare realtà quale un Monastero di Clausura. A dieci anni esatti, il 18 aprile 2009, eravamo ancora lì, ad Assisi, nel Monastero di San Quirico. Non come allora, ma un po’ più in età e data la riservatezza del posto, la presenza era limitata ai soli volontari. Volontari ancora gioiosi, ancora felici, ancora pieni di soddisfazione, fieri del loro contributo.

Sul portone ad attenderci non c’era più suor Giovanna, ma l’attuale badessa suor Francesca, normale avvicendamento; così come noi non avevamo il presidente Paolo Gai, ma l’attuale presidente Giovan Battista Bozzoli (al tempo segretario dell’intervento). Cambiano le badesse, cambiano i presidenti, ma i volontari alpini restano e resteranno sempre gli stessi; anche perché non facilmente sostituibili nello spirito e nella volontà di poter essere utili e disponibili verso chi ha bisogno. Un frate, ha celebrato la S.Messa nella loro chiesa e non si è certo riguardato nell’elogiare la nostra associazione.
Tra un momento di commozione e un altro, “tuonavano” i meravigliosi canti delle sorelle ben dirette da suor Giovanna . Chiaramente, dopo la piacevole cerimonia, nel cortile del monastero, siamo finiti tutti a tavola, e con noi anche il frate che si è autoinvitato e detto onorato di poterlo fare.

Grande e saporosa abbuffata grazie a Marchioni ed al suo Gruppo, ma grazie anche a suor Chiara perché i dolci provenienti dalla sua cucina hanno avuto per noi un doppio sapore. Dopo il graditissimo stare in quel luogo e soprattutto dopo i preziosi colloqui con le monache, gli omaggi personali da loro ricevuti e aver salutato una ad una le sorelle, con non poco dispiacere e spesso con gli occhi dichiaranti l’emozione, ci siamo lasciati, con la promessa di un ritorno a breve, promettendo loro che avremmo portato i saluti ai volontari assenti per vari motivi ed in modo particolare a Piero Papa, il capo.

Viaggio di ritorno piuttosto ammutolito, ognuno stava pensando e meditando, carico di emozioni, di serenità e soddisfatto di questa bellissima esperienza. Quasi quasi con un po’ di tristezza, perché l’intervento è finito e di esso ci restano solo gli stupendi ricordi, ma senz’altro tutti siamo appagati e arricchiti nell’animo e nello spirito.

Lino Chies

“Ruvidi come la corteccia, ma con un cuore che sa amare”

Il presidente Bozzoli ringrazia le suore di San Quirico e si raccomanda una preghiera per gli alpini. A 10 anni dall’intervento al monastero, tornano ad Assisi i volontari delle Sezioni di Conegliano e Vittorio Veneto

La cronaca di un evento è sempre stata una cosa ingrata per chi la deve scrive; è un susseguirsi di date, tempi e luoghi che poco possono interessare chi li legge.
Questa di Assisi la si può chiamare una rimpatriata di quanti, 10 anni or sono, alpini delle Sezioni di Conegliano e Vittorio Veneto, si sono adoperati per il ripristino del Monastero di San Quirico. A parte l'ottimo pranzo approntato dal Gruppo San Fior, addolcito dalle gustose crostate offerteci dalle sorelle Clarisse, potrei e dovrei soffermarmi sul perché della giornata, lasciando da parte la cronaca. Quale “reporter” della 5^ squadra (15-22 novembre '98), lascio da parte il programma e mi son chiesto ancora una volta perché siamo stati qui, e chi o cosa ci aveva spinto.
Si potrà affermare che quell'opera di volontariato su un monastero anziché su case disastrate poteva apparire a volte astratta e limitativa. Astratta per chi esattamente non sa cosa stia dietro il concetto di volontariato; limitativa per chi volesse entrare maggiormente con attenzione e sezionare nei singoli dettagli queste attività di volontariato.
Per capire meglio questa realtà estremamente variegata e capillare, mi sembra doveroso intraprendere una specie di viaggio dentro la nostra Associazione, i Gruppi, veri protagonisti del quotidiano, per conoscere la nostra peculiarità, la fondamentale, senza ovviamente la pretesa di dire tutto.

Spero, così facendo, di poter almeno abbozzare una sepur pallida idea della complessità e della varietà di ciò che facciamo noi alpini. Chi, invece, sa vedere le cose in modo meno superficiale, capisce subito che non è possibile che tante persone siano mosse a riunirsi, a ritrovarsi non solo per casuali banalità, ed avverte che la spinta è più seria. A muovere il “nostro mondo” sono le idee ed i sentimenti e così è anche per quanti, alpini e non, si sono mossi per tendere una mano. L'amicizia che lega chi ha vissuto, insieme, l'affiatamento e la fratellanza, che ha sempre caratterizzato il nostro spirito, è il sentimento che spinge gli alpini a ritrovarsi, a dare,senza nulla ricevere. Non è possibile tutto ciò se dentro non vi è quell'amore per il prossimo che ogni alpino porta dentro al cuore. Occupo ancora un po' di spazio in questa semplice foglio per riportare quanto affermato dal presidente Bozzoli a chiusura della S. Messa. “Carissime sorelle Clarisse, amici Alpini delle Sezioni di Conegliano e Vittorio Veneto, sembra quasi che il tempo, la storia,.si ripetano. Il 18 aprile 1999, con una grande cerimonia alla quale erano presenti le più alte cariche della nostra associazione, abbiamo concluso il nostro intervento al monastero di San Quirico. Oggi avrebbero voluto essere qui in molti per vedere cosa è stato fatto da chi è venuto prima di loro. Si è preferito riservare questa visita, nel 10° anniversario, ai solo volontari che hanno partecipato ai lavori. Alcuni sono impegnati in Abruzzo a soccorso delle popolazioni terremotate, qualcuno si è perso, altri non sono più tra noi, come usiamo dire nel nostro gergo, sono “andati avanti” e certamente ci stanno preparando il posto per quando verrà la nostra ora. Sono cambiate invece le leggi; oggi con quelle in vigore e le normative prossime a diventare esecutive, ciò che gli Alpini hanno fatto dieci anni fa, non sarebbe più possibile. Sono cambiati gli uomini che guidano la nostra associazione, non è cambiato l'impegno di onorare i nostri morti con opere di solidarietà. Care sorelle li avete conosciuti i nostri alpini! Uomini solidi, abituati al lavoro, anche duro,ruvidi come la corteccia di una quercia, ma, vi assicuro, dentro ognuno di loro pulsa il cuore che sa amare, il cuore dell'alpino. Grazie per averci accolto nel vostro mondo di silenzio e di preghiera: qualcuna riservatela anche per gli alpini!”. A chiusura della S. Messa, l'officiante ci ha chiesto un canto alpino. Commossi e con un groppo in gola abbiamo intonato “Signore delle Cime”.
Steno
I volontari di Conegliano e Vittorio Veneto posano davanti al Monastero delle Clarisse
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