2010 Al Bosco da 39 anni
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Chi non vuol dimenticare: al Bosco da 39 anni
Fiamme Verdi Dicembre 2010
La giornata di domenica 5 settembre 2010 era nata con un cielo cupo, favorendo il presagio di un ulteriore peggioramento. Poi a metà mattinata, hanno fatto capolino i timidi raggi del sole fra le nuvole sempre meno minacciose. Ancora una volta la Provvidenza ha permesso il regolare svolgersi del tanto atteso 39° raduno al Bosco delle Penne Mozze a Cison di Valmarino.
All’incontro sono convenute alcune migliaia di penne nere giunte dalle varie zone d’Italia in cui si anima lo spirito alpino che contraddistingue la nostra associazione: Sicilia, Abruzzo, Molise, Emilia, Piemonte, Lombardia e Triveneto. Era presente come già da alcuni anni il vessillo ANA dell’Uruguay. In totale circa 170 fra tricolori e stendardi alpini e non hanno onorato l’alta valle San Daniele scelta quarant’anni fa dall’indimenticato Mario Altarui per essere deputata a memoriale delle penne nere trevigiane “andate avanti” per cause di guerra e di servizio. La cerimonia solennizzata dalla presenza delle splendide voci del coro ANA di Vittorio Veneto e accompagnata musicalmente dalla Banda di Cison è stata aperta dalle parole proferite dal Presidente ASPEM Claudio Trampetti. Egli, dopo aver salutato e ringraziato le varie autorità presenti, ha voluto illustrare la figura della 2400^ stele che proprio in quest'occasione è stata messa a dimora. Si chiamava Adriano Durante, classe 1913, l’alpino nato a Musano di Trevignano, emigrato prima a Sabaudia per la bonifica e poi ad Asti sempre per lavoro per poi cadere una volta richiamato alle armi nella campagna di Grecia/Albania, risultando tutt’ora disperso. Quest’anno le sezioni vicentine di Asiago, Marostica e Valdagno hanno voluto porre il loro nome nell’”albero della memoria” che testimonia la solidarietà presente nella nostra entità Perché ogni caduto è una vittima immolata nella speranza di un futuro migliore e di lui non va perso il ricordo ed il rispetto, perché ogni caduto deve essere il caduto di tutti. Proprio per questo il Presidente Trampetti con la sua ben nota sensibilità ha voluto ricordare ai presenti il Caporale Gioia Menduni, veneziana d'origine, di stanza ad Aosta presso la Scuola Militare Alpina che ci ha lasciato il 23 aprile di quest’anno. Ella è deceduta a seguito delle complicanze intervenute dopo un grave infortunio accorsole in servizio due mesi prima. Il cappello alpino di questa sfortunata giovane è stato posto sull’altare ove si è celebrata la Santa Messa. Il consigliere nazionale Nino Geronazzo ha portato il saluto del Presidente Perona e del CDN qui mon intervenuto perché presente allea concomitante manifestazione del Monte Pasubio. Nelle parole commosse della nostra “penna bianca” l’invito a ricordare proprio in questo Bosco divenuto giardino la serenità per affrontare le difficoltà della vita.
L’allocuzione ufficiale è stata tenuta dal già Presidente nazionale Giuseppe Parazzini. Quest’uomo che ha retto le sorti dell’ANA dal 1998 al 2004 si è rivolto con parole schiette e semplici, prive come sempre di facile retorica, ribadendo ai reduci presenti quale sia l’importanza di averli avuti come esempio per la costruzione di una vera memoria necessaria a costituire le basi dell’associazione, affermando così che la ricchezza morale roviene proprio da loro. In un momento ove tutto ha un suo prezzo ed ogni cosa si fa per un tornaconto, Parazzini ha voluto rivendicare il contributo che ha dato e continua a dare l’ANA nei confronti della comunità nazionale: la disponibile offerta di opere spontanee e gratuite.
Questo concetto è stato sublimato dalle cifre espresse dal libro verde del 2009.
In Giuseppe Parazzini vi è la convinzione che deve rimanere questa la strada da seguire.
La Santa Messa è stata officiata da Mons. Agostino Balliana, prelato d’onore e generale cappellano militare. Come al solito nella sua omelia con poche parole ma estremamente coinvolgenti ha saputo captare l’attenzione dei presenti perché forse nessuno più di lui sa valutare quell’animo alpino che qui a Cison ha profuso tanto impegno regalando infinite sfumature d’umanità.
E’ stato indubbiamente un significativo raduno, nel segno di chi non vuol dimenticare per poter trarre nuovi stimoli ed andare avanti.
Renzo Sossai