2011 Adunata nazionale a Torino - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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2011 Adunata nazionale a Torino

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ADUNATA NAZIONALE BERGAMO 2010
BERGAMO, 8 e 9 maggio 2010
BERGAMO, L'ADUNATA DEL CUORE



Adunata da record. Tredici ore la sfilata per le 90 mila penne nere. Alle 21,30 ancora si sfilava.
Lo striscione "Associazione Nazionale Alpini: presenti con forza verso il futuro" (accompagnato dalla fanfara della Julia e dalla Bandiera di guerra del 5° reggimento, decorata di una Medaglia dell’Ordine Militare d'Italia, due medaglie d'oro, una d'Argento e una di Bronzo al Valor Militare e una Medaglia d'Argento di Benemerenza) ha aperto la sfilata dell'83ª Adunata nazionale. Ben due Compagnie di alpini del 5° hanno sfilato al comando del col. Simone Giannuzzi.
Oltre 400mila le persone arrivate a Bergamo.
Nella Cattedrale di Sant’Alessandro (città alta di Bergamo) reso omaggio alla salma di don Gnocchi, cappellano della divisione "Tridentina" in Russia, Beato dal 25 ottobre 2009.


leggi L'AVVENIRE del 11.05.2010

Alpini…Adunata…a volte mi dispiace…ma…!

Fiamme Verdi 2010 di Matteo Villanova

volte mi dispiace, anzi mi fa salire rabbia dentro, quando incontro qualcuno che dice: "Ah…sei alpino? A voi si che piace far festa, mangiare e bere!" oppure sentire qualche altro dire "All’adunata chissà che balla hanno fatto gli alpini" ed addirittura leggere su certi forum post adunata in internet che gli alpini alle adunate danno solo disturbo, sporcano e sono maleducati, e perché a loro viene concesso ed ad altri no.

A queste provocazioni potrei e vorrei rispondere, ma poi mi rendo conto che possono essere espresse o per mancata conoscenza (ignoranza) o per gelosia, comunque da chi non ha nulla a che fare con la famiglia alpina, e quindi facendolo cadrei in errore.

Non hanno nulla a che fare con la famiglia alpina neppure coloro che durante i giorni dell’adunata si aggregano ad essa e veramente compiono le azioni citate all’inizio, poi viene da sé che il capro espiatorio siano gli alpini, ma come ho avuto modo di leggere "a Bergamo quasi mezzo milione di alpini e la città è stata lasciata pulita e senza alcun danno" e questa è una cosa che ci fa onore.

Sembra che la memoria di alcuni sia talmente fragile da aver già dimenticato, e li cito perché cronologicamente più vicini, i nostri soccorsi ed aiuti in Abruzzo e ad Haiti come ricorda anche l’Alpino di maggio, per non parlare di quella che è la storia di questo corpo e della nostra associazione, e che riconosca gli alpini solo per quelli un po’ alticci che vanno all’adunata, poi però mi rendo conto.

Mi rendo conto che l’alpino lavora con gratuità ed in silenzio, così è sempre stato e così ci insegnano i veci, e basta guardare lo spessore del Libro Verde per capire quanto si lavora. Per quanto i testi siano scritti in piccolo, le pagine non sono mai poche, e appunto perché si lavora in silenzio la gente profana non sa, non sa quanto di debba esser grati agli alpini di essere così presenti nella comunità, e quanta la fortuna che un alpino sia un alpino per sempre.

L’adunata comunque è un evento unico nel suo genere. Già da giorni prima nel proprio animo cresce un entusiasmo particolare, perché l’adunata è momento di incontro, di festa, di condivisione, di memorie…

L’adunata è visitare la casa natale di Papa Benedetto XXIII, ed incontrare strada facendo tante penne nere, è salire a piedi a Bergamo alta, ogni tanto voltarsi e vedere alle spalle un fiume di penne nere in marcia per recarsi al Duomo di Bergamo per rendere omaggio alla salma del Beato don Gnocchi, è incontrare il Presidente Nazionale e poter stringergli la mano e scambiare due parole, è ritrovarsi stupiti di fronte alla folla di persone pronte ad accogliere, ammirare ed applaudire la Bandiera di guerra del 5° alpini, è sfilare la domenica tra due ali di folla che ti indicano la strada da prima dell’inizio fin dopo la fine che applaudono in continuo gridando "w gli alpini, siete il nostro orgoglio", è sentire un bambino di 6 anni dire che da grande voleva fare il pilota di aerei militari ma che adesso vorrebbe fare l’alpino, è vedere chi ci ha ospitato alzarsi sulle transenne dopo averci individuati fra gli alpini in sfilata per salutarci con gli occhi che esprimono la gioia per i momenti vissuti insieme e forse il dispiacere di dover salutarci.

L’adunata è anche il piacere e l’onore di ricevere una lettera il lunedì successivo e sentirsi definire come "persone genuine e di grande spessore umano" ed essere salutati con un "a presto".

"Un bicchiere di vino scalda il cuore dell’alpino" si dice, ma questo cuore ha anche bisogno di affetto e riconoscenza per essere scaldato, in fondo è questo il compenso per il lavoro dell’alpino, affetto e riconoscenza, e l’adunata serve a questo, a ricolmare il nostro cuore di questi sentimenti per avere la forza e l’entusiasmo di affrontare nuovi impegni sempre in silenzio e a testa bassa fino all’anno successivo, e quindi bando alle ciance, w l’adunata, w gli alpini.


Sfila il Consiglio Direttivo coneglianese



L'essenza della storia alpina coneglianese racchiusa in uno striscione







L’ADUNATA DI BERGAMO RIMARRA’ NEI NOSTRI CUORI
Domenica 9 maggio oltre 13 ore di sfilata hanno visto il passaggio di circa 90 mila penne nere fra ai infinite e commosse di migliaia di persone. La Sezione di Conegliano ha partecipato con circa 750 sfilanti ad una adunata ricca di valori e prodiga di accoglienza.
A distanza di alcune settimane, abbiamo ancora il cuore e la mente pervasa dai dolci ricordi dell’adunata a Bergamo. Neppure il grigiore del clima di quei giorni ha offuscato questa festa così tanto attesa dalla città orobica. Era dal 1986, anno in cui si tenne un’altra memorabile adunata, che gli alpini bergamaschi assieme all’amministrazione locale desideravano riproporre in città il più grande evento alpino. Per alcune volte il loro progetto venne bocciato non certo per incapacità organizzativa, bensì per dare l’opportunità ad altre realtà alpine di entrare nel circuito itinerante così portatore di fragorosa amenità e così memore di significati ed ideali profondi. E che fosse gradita la presenza degli alpini di tutta Italia e delle sezioni estere l’abbiamo scoperto fin dall’autostrada, quando ancor prima dei dintorni di Bergamo potevamo scorgere i tricolori di benvenuto. Il sentore si è fatto ancor più concreto al nostro arrivo in città e nei paesi della Val Seriana e della Val Brembana ove il cordiale saluto ed il sincero sorriso non sono certamente mancati perché nel bergamasco l’alpinità è veramente nel DNA della gente. Noi della Sezione di Conegliano godiamo già da diverso tempo di un rapporto privilegiato con la Sezione di Bergamo. E’ un’amicizia che si plasma e si consolida mediante le numerose e reciproche frequentazioni dei nostri gruppi con i loro. E’ fatta di gemellaggi e di scambi di esperienze che la rafforzano sempre più. All’adunata c’è stata la dimostrazione di ciò che i vari Ezio, Giorgio, Virginio ed altri ancora, si sono fatti in quattro per garantirci un soggiorno felice ed una sistemazione ideale.
L’INVASIONE ALPINA
Le cronache dei media locali hanno parlato di circa mezzo milione di persone convenute in città.  Non sappiamo se le stime si siano veramente avvicinate al reale, abbiamo comunque la sensazione che solo a Udine nel 1996 ci sia stata una maggiore presenza rispetto a Bergamo 2010. Rimane impressa l’immagine del pomeriggio di sabato 8 maggio, mentre scendevamo dalla città alta potevamo notare un vero fiume di persone che occupavano in toto le strade sottostanti. Dobbiamo riscontrare in questa massa impressionante di gente che partecipa all’adunata, l’aumento esponenziale dei non alpini rispetto a chi effettivamente è stato militare nelle penne nere. E’ un dato di fatto sempre più evidente, causato dall’ovvio motivo della soppressione della leva obbligatoria e dal progressivo invecchiamento della base della nostra associazione. Ciò è ineluttabile ma non deve abbatterci perché abbiamo davanti ancora diversi anni in cui poter esprimere il nostro attaccamento ai valori alpini e non disperiamo in qualche altra iniziativa come la mininaja atta a rinvigorire le fila.
LA CITTA’ FRA STORIA ED ARTE
Bergamo è una città di quasi 120 mila abitanti, posta sulla zona pedemontana a 259 metri di altitudine delle prealpi Orobiche fra i fiumi Brembo e Serio e bagnata dal torrente Morla. Di epoca preromana si chiamava Berghem in origine (come del resto nell’attuale dizione dialettale) e poi Bergonum sotto la dominazione di Roma che la conquistò a danno di altri popoli d’origine nordica. Con la caduta dell’impero subì la sottomissione ai Longobardi e poi ai Franchi. Conobbe splendore nel medio evo con i Visconti e dal 1428 al 1797 con l’avvento della “Serenissima”. Sono gli anni in cui la città alta venne fortificata con nuove mura, vennero rafforzate inoltre le torri di guardia e gli accessi furono convogliati in quattro porte distinte: Sant’Agostino, San Giacomo, Sant’Alessandro, San Lorenzo con una quinta ulteriore chiamata “del soccorso” costruita nei pressi del Forte San Marco. I veneziani non solo difesero il cuore della città, essi mantennero al massimo splendore le chiese ed i palazzi già esistenti e ne costruirono di altri di notevole pregio. Nei giorni dell’adunata c’è stata la possibilità di accedere in questi ambiti e poter ammirare opere d’arte  di estremo valore artistico. Giunti a Piazza Vecchia abbiamo colto la bellezza della Fontana del Contarini, l’imponenza della Torre civica assieme al Palazzo Nuovo e al Palazzo della Regione. Di lì a poco abbiamo potuto ammirare il Battistero e la Basilica di S. Maria Maggiore ove è sepolto il compositore Gaetano Donizzetti, la Cappella del Colleoni e la Cattedrale di Sant’Alessandro ove in quei giorni si trovava il feretro con le spoglie  del Beato Don Carlo Gnocchi vegliato dagli alpini dell’ANA. Mentre dall’alto domina la Rocca Eretta dai Visconti sul colle di Santa Eufemia la parte bassa della città è meno antica e si offre ad essere il centro pulsante e moderno di un capoluogo di provincia lombarda. Non mancano comunque alcune chiese di notevole spessore architettonico come quella di Santa Maria delle Grazie, dei Santi Bartolomeo e Stefano, di San Benedetto da Norcia e di San Colombano. Sul “Sentierone” si erge il principale teatro comunale intitolato a Gaetano Donizzetti. Notevoli sono pure le gallerie d’arte e i musei storici presenti assieme agli orti botanici che testimoniano di una spiccata cultura e di una mirata attenzione alla salvaguardia della natura. Bergamo è tra le 27 città italiane decorate con medaglia d’oro come “Benemerita del Risorgimento nazionale” ed è “la Città dei Mille” perché da qui e dalla provincia partirono ben 174 cittadini della spedizione garibaldina.
LE CERIMONIE
La quasi totalità dei vessilli sezionali, tra i quali quello di Conegliano, ha partecipato venerdì 7 maggio, ore 9, all’alzabandiera presso il Piazzale degli alpini che ha sancito ufficialmente l’apertura dell’83^ adunata nazionale. Era presente il labaro nazionale con il presidente Perona ed il consiglio direttivo. La fanfara della Julia scandiva musicalmente il ritmo della cerimonia con una compagnia del 5° Rgt. Alpini a solennizzare l’evento. Con il gonfalone della Città e quello della provincia di Bergamo presenziavano rispettivamente il sindaco Franco Tintorio ed il presidente provinciale Ettore Pirovano. Alcune decine di gonfaloni dei comuni limitrofi scortati dai loro sindaci conferivano imponenza al corteo che raggiunta Piazza Vittorio Veneto deponeva una corona d’alloro al monumento dedicato a tutti i caduti.
Alcune corone venivano deposte presso il monumento ai “Fratelli Calvi” e al cippo dell’Associazione Internazionale dei soldati di montagna.  Il presidente Perona saliva poi, alle ore 11, nella città alta ad omaggiare con la sua presenza e quella del CDN la salma del Beato don Carlo Gnocchi  esposta in cattedrale fino a lunedì. Nel pomeriggio veniva inaugurata la cittadella degli alpini, campionario dei mezzi e delle strutture in dotazione alle truppe alpine.
Venerdì sera il significativo e solenne arrivo della Bandiera di Guerra del 5° Rgt. Alpini ha convogliato un mare di folla in città.  Lo sfilamento imponente per la presenza di numerosi vessilli, gonfaloni, gagliardetti ed altre stendardi, ha percorso tutto il centro cittadino raggiungendo infine il Municipio in Via XX Settembre. E’ spiaciuto rilevare, che in questa occasione, non vi sia stato un maggiore e più preciso controllo da parte del servizio d’ordine. Diversa gente, alpini e non, giovani ed anziani, hanno scavalcato le transenne recando disturbo al corteo e non rispettando quindi la sacralità della cerimonia.
Sabato 8 maggio è stato inaugurato il Parco sul torrente Morla, corso d’acqua che bagna la città, alla presenza di tutte le autorità locali, del vertice ANA e della Protezione civile alpina. Sono stati inoltre consegnati il restauro delle Mura Venete e del sentiero naturalistico al Parco dell’Allegrezza. Dimostrazioni tangibili dell’attaccamento degli alpini bergamaschi alla propria città.
Domenica 9 maggio oltre 13 ore di sfilata hanno visto il passaggio di circa 90 mila penne nere fra le ali infinite e commosse di migliaia di persone accorse a Bergamo a manifestare tutto il loro entusiasmo nei confronti degli alpini.  La nostra sezione ha partecipato con circa 750 sfilanti facendo come sempre una buona figura anche se dovremmo far capire a qualcuno che le sfilate si cominciano e si finiscono in ordine nel rispetto della manifestazione.
Renzo Sossai






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