2024 Eccidio di Refrontolo
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ECCIDIO DI REFRONTOLO
RIBELLI PER AMORE
Fiamme Verdi Dicembre 2024 di Simone Algeo
80° Anniversario dell’eccidio di Refrontolo
Sono trascorsi ottant'anni dall'alba di quel 14 ottobre 1944 in cui quattro giovani vennero uccisi in una casa tra i campi di Refrontolo, erano i Conti Giuseppe nome di battaglia “Claudio”
e Luigi “Tiberio” Agosti 2 fratelli di Mareno di Piave, Claudio Dal Bo (“Bianco”) e Gianni De Polo (“Nino”) di Vittorio Veneto, tutti appartenenti alla Brigata Piave.
Quel giorno un reparto della milizia fascista di Conegliano, arrivò sul posto in cui si trovava il gruppo di partigiani, come spedizione punitiva organizzata in risposta all'attentato, in cui era rimasto ferito il commissario prefettizio di Conegliano.
La milizia diede alle fiamme la casa e la stalla annessa, all'interno della quale si trovavano sette partigiani: tre di questi riuscirono a fuggire, mentre i quattro citati furono costretti a uscire. Una volta all'esterno, vennero crivellati dalle raffiche di mitra. Il parroco di Refrontolo, Don Carlo Ceschin, fece trasportare i corpi dei quattro giovani nella cella mortuaria del cimitero e le salme vennero poi condotte a Mareno di Piave. Una lapide, posta nel 1971 sulla facciata della casa teatro del fatto ricorda gli avvenimenti.
Ricca l’agenda di eventi organizzati quest’anno che sono partiti con la presentazione del diorama dedicato al fatto durante l’inaugurazione della nuova mostra al Museo degli Alpini a Conegliano, la cerimonia di commemorazione a Refrontolo e un incontro storico al Centro Culturale di Mareno intitolato ai Conti Agosti.
La commemorazione nata dalla collaborazione dei Comuni di Refrontolo, Mareno di Piave e Vittorio Veneto, con la Sezione ANA di Conegliano ha visto la partecipazione di molte Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
Erano presenti Nicla e Gianni De Polo, rispettivamente cognata e nipote di quello stesso Gianni De Polo che perse la vita nel 1944.
Dopo la Santa Messa celebrata da Don Roberto Camilotti e Monsignor Luigino Zanco e la deposizione della corona d’alloro ai piedi della lapide commemorativa, sono state lette alcune lettere scritte all'epoca ai familiari dallo stesso Gianni De Polo. Alcuni passaggi dell’omelia di Don Roberto “Tutti quattro i giovani che oggi ricordiamo provengono in modo chiaro dall'associazionismo cattolico, Giuseppe e Luigi dalla scuola dei Salesiani. Proprio in questi giorni mi è giunta la foto della lapide che ricorda Giuseppe e Luigi nell'istituto salesiano Corradini di Este, dove i conti Agosti hanno fatto tutto il loro percorso scolastico. Resta inoltre viva la memoria della robustezza educativa proposta dalla loro mamma. Significativo il fatto che lei stessa li abbia accompagnati per un tratto sulla strada, fino al ponte di Maset tra Conegliano e Tarzo.
Gianni De Polo e Claudio Dal Bo hanno maturato personalità, amicizie e valori vivendo intensamente il percorso educativo della Gioventù Italiana di Azione Cattolica, proposto nella parrocchia di Ceneda e guidato in quel tempo dalla saggezza di don Giacomo Capraro, loro guida e assistente spirituale. Il contesto dei giovani cenedesi è squisitamente parrocchiale ma, evidentemente, fatto da una comunità e da educatori capaci di trasmettere valori e ideali grandi. L’attenzione è curare la vita spirituale e l’esperienza dei sacramenti dentro la realtà del momento storico che si stava vivendo.”
“Il vedere, il giudicare, li ha portati ad AGIRE. La loro presenza dentro la fornace della lotta è stata breve nel tempo. Nel 1° semestre del 1944, in un momento particolarmente difficile per la difficoltà a superare la linea gotica, Giuseppe e Luigi Agosti, aderiscono alla Brigata Piave, poi nel mese di luglio Gianni De Polo e poi nel primo autunno Claudio Dal Bo.
Il 14 Ottobre 1944 la loro esistenza terrena si concludeva, con una violenza inaudita, proprio qui.
Hanno scelto, hanno agito, sono entrati in azione perché chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Una chiara e concreta scelta di agire. Una scelta a costo altissimo per loro e per le loro famiglie: per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».”