2024 Il Cerimoniale
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IL CERIMONIALE
Fiamme Verdi Luglio 2024, di Gen. B. Renato Genovese
Il vocabolo “Cerimoniale” definito dalla Treccani è inteso come complesso di
norme e procedure, scritte o tradizionali, che presiedono alla celebrazione di
un atto solenne, avente carattere civile o religioso, o che sono imposte in
determinati ambienti o circostanze.
Esso viene disciplinato da un “Protocollo”, che consiste nel rendere
comprensibile, accettato e applicabile questo linguaggio attraverso un sistema
di regole, principi e criteri. Ultimo, ma non per importanza è il galateo, che
riguarda essenzialmente la persona nella sua individualità, che richiederebbe
una trattazione a parte.
Attraverso le gestualità del cerimoniale si ripercorre la storia, si
risveglia la memoria di riti e tradizioni consolidate, e con gesti simbolici si
valorizzano e si apprezzano i valori che sono alla base dell’identità di un
popolo o di una comunità; riti e gesti che connettono profondamente forma e
sostanza, dando evidenza e significato a momenti solenni.
Le cerimonie sono antiche come la storia dell’umanità. Nel ripercorrere il
lungo cammino della storia e tralasciando per brevità le civiltà che si sono
succedute nei millenni, gli Egizi, i greci con la “Leytoughia” e i romani con la
“Caerimonia” ci portano al Medio Evo ove da un mondo pagano si transita in un
mondo cristiano con un esuberante rituale liturgico che contribuiva alla
spettacolarizzazione del sacro. Il Cerimoniale moderno tuttavia nasce proprio in
Italia da tre illustri personaggi cinquecenteschi: Baldassar Castiglione,
Monsignor Della Casa e Stefano Guazzo, che in pieno rinascimento mettono in
rilievo costumi e comportamenti in pubblico e in privato.
Il cerimoniale attraverso i suoi riti suscita emozioni e assume anche il
valore di “un patto sociale di mutuo riconoscimento di identità”, per mettendo
ai membri di un gruppo di identificarsi attraverso atti e simboli; si pensi ad
esempio al ruolo unificatore dei gonfaloni, vessilli e gagliardetti per restare
nel campo alpino, ma che può essere esteso e fornisce una sorta di
legittimazione formale ad ogni forma di associazionismo.
Nei regimi dispotici è strumento di coercizione, mentre nelle democrazie
esalta l’aspetto individuale, simboli e momenti, contribuendo al rispetto
dell’ordinamento e della libertà.
Inseparabile dal cerimoniale è il panegirico, discorso celebrativo per
eccellenza, codificato, ricco di retorica, ma capace di interpretare le
situazioni contingenti e i cambiamenti, giocandone un ruolo cruciale
nell'organizzazione del consenso.
Parola e immagine, dotate di una medesima e complementare forza di
suggestione che deve riguardare soprattutto i sensi della vista e dell’udito,
tali da ammaliare spesso indipendentemente dalla nostra forza di volontà. Basti
pensare a un ordinato posizionamento della Presidenza, a un gradevole e
tempistico ascolto degli inni e non ultimo al giorno d’oggi, un servizio
fotografico o, più genericamente, di immagine che coinvolga tutti i presenti.
Un breve cenno alla figura del Cerimoniere cioè di colui che è preposto al
coordinamento e svolgimento delle attività cerimoniali. Le prime descrizioni
complete delle attribuzioni e dei compiti del Maestro delle cerimonie risale al
1600, sempre in campo ecclesiastico, figura talmente importante che veniva
addirittura considerata ereditaria proprio per la delicatezza e la complessità
del ruolo, tale da richiedere un severo e lungo apprendistato.
Attualmente il più importante riferimento nazionale in termini di Cerimoniale
si trova nel Manuale di Massimo Sgrelli che ha raggiunto la sua dodicesima
edizione in 26 anni (praticamente ogni due anni) proprio perché l’evoluzione
frenetica dei nostri tempi richiede che anche questa materia abbia un continuo
aggiornamento non tanto nei principi, ma nelle regole pratiche. A parte questo
testo, ogni istituzione dello Stato a partire dalla Presidenza della Repubblica,
il Governo, il Parlamento, tutti i Ministeri e, a cascata Regioni e Comuni,
nonché Enti e Associazioni varie, hanno redatto testi particolareggiati
finalizzati alle esigenze proprie. Sono inoltre predisposti appositi Uffici con
personale a incarico esclusivo nelle organizzazioni di maggior rilievo, mentre
entità più piccole hanno comunque personale designato a seguire l’attività del
Cerimoniale.
L’Associazione Nazionale Alpini non è da meno, infatti ha redatto nel 2014
una seconda edizione del Cerimoniale ANA, anch'essa meriterebbe una revisione
per essere in linea con i tempi attuali, esprimendo un messaggio eloquente atto
a migliorare le relazioni in forma omogenea, rispettando ruoli e relazioni nel
rispetto di tutti.
Il Cerimoniale non deve proporsi solo di seguire rigidamente delle regole, ma
deve essere anche una forma di comunicazione sottolineando un evento e fornendo
informazioni atte a migliorare l’assolvimento dei propri obiettivi. In tal modo
i partecipanti si sentono orgogliosi e motivati.
Concludendo si può affermare che nel Cerimoniale tutto deve apparire semplice
e naturale e la sua importanza si nota sempre quando non viene attuato.