Angelo Perenzin - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
Sezione di CONEGLIANO
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Angelo Perenzin

ANGELO PERENZIN
Fiamme Verdi 2007

Sono Angelo Perenzin, 86 anni classe 1922, nato a Tarzo.
Proveniente da Refrontolo, il 28 gennaio 1942, sono stato chiamato sotto le armi e destinato al 7° Alpini a Pieve di Cadore, eravamo già in guerra: il 10 giugno 1940, Italia e Germania erano entrate in guerra contro la Francia.
Eravamo in ottanta; molta disciplina, istruzioni di guerra, scalate sulle montagne, allarmi anche di notte, sempre in attesa di essere trasferiti in zona di guerra.
Il 7° si trovava con la divisione Pusteria in Montenero. Eravamo stati mobilitati in cinquanta per raggiungerli, invece sono rientrati loro e noi siamo andati noi a raggiungerli a Rivoli Torinese: era verso il mese di settembre. A Novembre mobilitati da guerra siamo partiti per Inea Borgo Sandalmazia, pochi giorni in tenda, poi arriva una tradotta militare. Sulla tradotta c’era scritto “cavalli otto” e siamo saliti in cinquanta per ogni carrozza, era di notte senza sapere dove andavamo; ci siamo trovati alla stazione di Bordonecchia e abbiamo proseguito per Modane, in Francia.
Si doveva andare in Spagna; siamo arrivati fino sui Pirenei e poi siamo ritornati indietro, dopo quattro giorni siamo ancora in Francia, stanchi e pieni di pidocchi. Lì la guerra era finita, eravamo di presidio con appostamenti per vari paesi: lì era solo fame.
Dormivamo in case disabitate; prima di noi c’erano stati i tedeschi, avevano distrutto tutto, i giovani li avevano portati in Germania; noi non eravamo visti tanto bene, eravamo dei traditori. Verso agosto, siamo partiti con le macchine, e siamo venuti fino a Grenoble, poi siamo passati per Cannes, Nizza, Mentone. Ci siamo fermati diversi giorni, sono stati i più bei giorni, fino arrivare il giorno 8 settembre.
Siamo sotto la tenda, verso mezzanotte arriva la notizia dell’8 settembre: si sapeva che eravamo contro i tedeschi, con il pericolo di essere fatti prigionieri.
Siamo partiti camminando sempre per le montagne, camminando verso l’Italia. Verso mezzanotte quando siamo arrivati a Col di Tenda a pochi chilometri da Limone, tanti erano scappati da soli; solo la mattina all’alba arriviamo a Limone.
In Francia si trovava la nostra quarta armata, noi eravamo con la divisione Pusteria, tutti abbiamo dovuto abbandonare le armi. A Inea c’era un commando tedesco, sul treno venivano caricai i prigionieri da portare in Germania. Io con altri tre amici prima di arrivare a Inea, non sapevamo cosa fare. Ormai si erano formate le bande di partigiani, ma volantini tedeschi intimavano di presentarsi altrimenti saremmo stati passati per le armi.
Eravamo in guerra e in un piccolo paese, lì poco lontano erano morti dei tedeschi in uno scontro con i partigiani. Nel paese di Botes avevano ucciso il prete e bruciato cinquanta case. Il paese aveva arso per tutta una notte. Nel frattempo sono riuscito a dare notizie a casa.
Un giorno, da casa, è arrivato mio padre con altri due amici, con il vestito borghese. Era venuto a prendermi: Dopo quasi quattro giorni siamo arrivati a casa, eravamo disertori!
Dopo due mesi mi è arrivata la cartolina di presentarmi a Conegliano alla raccolta Alpini.
Non ho mai accettato, non ho scelto nessuna delle due parti. A Conegliano c’erano i fascisti, sulle nostre colline si erano formati i gruppi di partigiani.
Anche a Refrontolo, molti abitanti erano partigiani: nonni, padri di famiglia. Tante notti abbiamo dormito fuori nei boschi.
Il 14 ottobre 1944 alle sei di mattina ho visto fucilare, con altri due, i fratelli Conti Agosti, li ho visti morire mentre dormivamo in una stalla disabitata.
Poi è arrivato il comandante tedesco col quale ci siamo accordati e siamo andati sul Piave a lavorare con loro fino al 25 Aprile.
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