Guido Curto - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
Sezione di CONEGLIANO
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Guido Curto

GUIDO CURTO (1955-1974)
 

Nel 1955, presso il salone dell’Helvetia,  in fondo a piazzale San Martino (ex Foro Boario), venne eletto Presidente il  comm. Guido Curto, figura di rilievo della vita politica e amministrativa di  Conegliano, in sostituzione dell’avv. Gerolamo Zava “quasi ottantenne e  stanco che rassegna le proprie dimissioni dalla carica  non potendo ulteriormente svolgere una proficua attività a favore della  Sezione.” Per acclamazione Zava venne proclamato Presidente onorario.
Il primo Consiglio Direttivo  della lunga e proficua azione di Curto era così composto:
Presidente Curto Enot. Guido
Presidente  onorario Gerolamo Zava
Vice  Presidenti: Giacomo Vallomy e Francesco Travaini
Consiglieri: Giovanni Pansolin, capogruppo di Solighetto -  Desiderio Viezzer, capogruppo di Soligo - Giovanni Bonotto, capogruppo di Vazzola - Umberto Martinelli - Valerio Larese  - Bruno Moras - Tullio De Vido - Giovanni Borga - Otello Dugone - Geremia Vendrame di Conegliano
Segretario Giovanni Daccò
Cappellano mons. Francesco Sartor
Medico dott. Giovanni Dalla Zentil.

Guido Curto nacque a Conegliano  nel 1895. Frequentò la prestigiosa Scuola Agraria di Enologia, conseguendo il diploma di enotecnico nel 1913. Emigrò in Argentina per  rimpatriare come volontario, nonostante il parere contrario della famiglia, allo  scoppio della Grande Guerra. Fu arruolato con il grado di tenente nel 7° e patì  la prigionia. Nel 1920 ricostituì i Vivai Curto, creati dal padre nel  1912 in zona Parè e completamente devastati nel corso della guerra. Fu membro  del Consiglio d’Amministrazione del Cerletti e per un quarto di secolo  presidente della rinomata latteria sociale turnaria di Collalbrigo, fondata nel  1934. Nel 1944, assieme ad altri noti esponenti coneglianesi sia politici che  religiosi, come mons. Antoniazzi, dal Comando locale della Gestapo fu messo  nell’elenco dei possibili ostaggi da inviare nei lager tedeschi in caso di  reiterate operazioni partigiane. Nel 1952 è consigliere dell’Ente provinciale  della Liberazione della Marca Trevigiana. Decisamente notevole il suo apporto  alla vita politica della città nell’immediato dopoguerra: con il partito della  Democrazia Cristiana, ricoprì la carica di assessore dal 1946 al 1949 e concluse  la prima legislatura del dopoguerra come sindaco per gli ultimi due anni  sostituendo il dott. Manzoni. Nel 1951 venne rieletto alla carica di primo  cittadino, guidando l’Amministrazione di Conegliano ininterrottamente fino al  1956. In questo periodo dovette affrontare e mediare le prime tensioni sindacali  che agitavano le masse operaie, in particolare nel 1952 alla Zoppas che già  allora contava oltre mille dipendenti. Dopo una parentesi per dedicarsi ad altri  incarichi gestionali, sedette ancora sui banchi consiliari dal 1965 al 1969 con  il sindaco alpino cap. Francesco Salvador.
Nel  1964 fu insignito della Commenda dell’Ordine al Merito della Repubblica  Italiana. Nell’occasione, l’amico avv. Travaini ebbe a dire: “Curto  vede premiato con l’elevata onorificenza mezzo secolo di dedizione alla Patria e  al Lavoro: dal suo ritorno dall’Argentina, ove conduceva con i fratelli una  moderna fazenda, per partecipare volontario nelle Penne Nere alla guerra 1915-18  nel corso della quale cadde prigioniero, alla decisione di rimanere nella sua Conegliano rinunciando a ripartire per Mendoza. Molti sono i meriti dell’enot.  Curto nel campo agrario per aver dissodato e rese fertilissime larghe plaghe  paludose del litorale veneziano e per i risultati conseguiti dalle sue aziende i  cui prodotti viticoli sono conosciuti in Italia e all’Estero. Nota è inoltre  l’opera prestata dal Commendator Curto nella vita pubblica coneglianese quale  Sindaco, Presidente delle Opere Pie e dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari, ed infine per la sua più che quarantennale dedizione all’Associazione  Alpini.”
Nel 1966, con la tipografia  Scarpis, pubblicò un opuscolo con interessanti nozioni di viticoltura e un  catalogo dei vitigni e delle piante in vendita presso la sua azienda vivaistica.  Oggi il breve trattato è pressoché introvabile: una copia è conservata nella  biblioteca di Gorizia e un’altra a Vicenza presso la biblioteca internazionale  di settore La Vigna.
Morì nella sua tenuta di  Cavallino-Jesolo nel 1976. A scortarlo nel suo ultimo viaggio a Domanins di  Zoppola, dove è sepolto, il gonfalone di Conegliano con il sindaco Giubilato, ilvessillo sezionale con Vallomy e tutti i  gagliardetti dei Gruppi.
In questo lungo periodo di  presidenza, che lo vede presente a tutte le manifestazioni, la Sezione si  espande in tutto il comprensorio e, grazie appunto a questa presenza capillare,  molti sono gli obiettivi raggiunti anche a livello locale, conseguentemente alla  nascita di nuovi Gruppi. Causa il crescente numero dei delegati, la sede storica  della sala panoramica Ristoro del Castello, in cui si svolgevano i lavori dell’assemblea generale, si rivelava sempre più insufficiente e pertanto, nel1967 sarà trasferita nel più capiente, e più agevole da raggiungere, salone del Pio X, eletto sacrario dell’arma artiglieria.
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