1990 - Il recupero della Chiesetta della Madonna della Neve - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
Sezione di CONEGLIANO
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1990 - Il recupero della Chiesetta della Madonna della Neve

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CHIESETTA DELLA MADONNA DELLA NEVE
LA STORIA
Fiamme Verdi, dicembre 1990

La graziosa quattrocentesca Chiesetta della “Madonna della Neve”

Risalire all’origine di questa Chiesa non è sicuramente il compito più semplice per un ricercatore che si trova privo di qualsiasi documento che ne specifichi il momento della sua edificazione o il motivo storico che portò alla sua costruzione.
Si può supporre quindi che dopo la costruzione delle mura fortificate da parte della famiglia dei Carraresi, Signori di Padova, negli anni 1384-1388 sia sorta la Chiesetta sotto le volte delle mura stesse.
La Chiesa, si trovava all’interno del sistema difensivo murario e poco più a valle di essa esisteva uno degli accessi più frequentati per le comunicazioni tra il Castello e l’antico Borgo e cioè la porta medioevale detta “la Castagnera” e quindi l’edificio, o forse un capitello, costituivano l’ultimo luogo devozionale per chi si recasse fuori le mura.
Come detto prima non si conosce sotto quale titolo sia stata venerata la Madonna in questa Chiesa, ma nell’ordine cronologico dei documenti fin qui ritrovati la si venera con il nome di “Beata Vergine Maria alla Castagnara” o “Madonnetta in Castello” nel testamento della Famiglia Fenci del 1556, successivamente la si trova citata come “Chiesa della Madonna del Torresin a mezza via d’una delle strade che vanno al Castello...” del 10 Giugno 1578, o ancora come “Chiesa della Madonnetta in Castello...” nel 1707 e 1723 ed è solo nel 1760 e precisamente il 20 Maggio di quell’anno che la Nobile Famiglia Sarcinelli ”... versa un contributo per la celebrazione delle messe nella Chiesa della Gloriosa Vergine della Neve...” ed è questa una delle prime citazioni sotto questo titolo.
Il titolo “Madonna della Neve” si richiama alla visione del Pontefice Liberio, Papa degli anni 352-366 il quale secondo la tradizione, la notte del 5 Agosto del 352 ebbe in visione la Vergine Maria che lo invita a costruire ed ad intitolare una Chiesa sul luogo ove la mattina seguente si fosse trovata la neve intatta.
Il miracolo si avverò ed il Pontefice tracciò la pianta della nuova Chiesa nella neve appena caduta.
Il venerando Santuario, ampliato nei secoli è ora il più grande dei tempi dedicati alla Madonna in Roma, da qui il nome di S. Maria Maggiore.
La devozione alla Vergine sotto questo titolo di “Madonna della Neve” verrà esteso alla Chiesa Universale dal Papa S. Pio V (1566-1572), da allora molte chiese ed oratori, soprattutto in montagna, vennero eretti e dedicati a Maria SS.ma salutata con questo nome.
Nella sua storia la ritroviamo citata, nelle visite pastorali del 1731-1826-1832 nelle relazioni che gli Arcipreti del Duomo scrissero al Vescovo, in queste si parla sempre di “Oratorio pubblico di S. Maria della Neve o Madonnetta”, essa viene mantenuta dalla carità dei devoti e questa fabbriceria (del Duomo) ha il debito di far celebrare Messe nella solennità della Beata Vergine ed altre tre nel giorno 5 Agosto, più di cantar ne sabato di cadauna settimana le Litanie per disposizione del testatore Dottor Gregorio Canonico Carli, che devotamente viene eseguito.
Nei secoli dunque è stata sostenuta dalle offerte del popolo e di qualche testatore, tra questi ricordiamo le già citate Famiglie Fenci, Sarcinelli, il canonico Francesco Buffonelli, la Famiglia Spellanzon, Graziani e Gentili.
Nell’archivio storico della Parrocchia di S. Silvestro di Costa, inoltre si può rilevare come la comunità che abita la sommità della collina sia da sempre devota alla “Madonna della Neve”.
In questo e nello scorso secolo, la devozione alla Madonna si rinnova ogni anno il 5 Agosto con la celebrazione della Messa, e più volte negli anni di grande siccità in questa Chiesa si invocava alla pioggia.
Nel “Registro delle Sante Messe e Cronaca” del 5 Agosto 1941 veniva così riportato: “... Oggi tutta la Parrocchia partecipò al trasporto della nuova immagine della Madonna dal Duomo di Conegliano alla Chiesa di detta Madonna...”  la Confraternita del Santissimo Sacramento di Costa porta l’immagine.
Alla fine degli anni ‘60 a causa di un forte temporale, la Chiesa subì seri danni, ebbe parte del tetto sfondato e l’umidità attaccò ben presto le vecchie mura dandole un aspetto poco decoroso.
Fu in questi anni che gli Alpini di questa Sezione posero su di essa lo sguardo e fu così che il 5.06.1970, l'allora Presidente Sezionale comm. enot. Guido Curto ebbe l’affidamento, da parte della Parrocchia del Duomo di Conegliano, della Chiesetta.
Nel 1975 ebbero il via ai lavori di sistemazione del tetto nel rifacimento di parte dell’intonaco e la sistemazione del campanile...
Tutte queste opere furono fatte per porre freno allo stato di totale abbandono in cui la Chiesa si trovava e salvaguardarla non solo dai problemi di natura ambientale e strutturale ma anche da quelli derivanti dagli atti di vandalismo che continuamente subiva.
L’atto di fede che gli Alpini si avviano ora a rinnovare verso la Chiesa ha avuto la piacevole prefazione della scoperta degli affreschi che da tempo si conservavano tra le sue pareti.
Si tratta di un affresco che misura metri 3x4 circa e raffigura una Madonna con Bambino con ai lati due angeli e sopra due coppie di putti che suonano il liuto, in parte attribuibili al Francesco Beccaruzzi e databili attorno al 1530 come afferma il Professor Giorgio Fossaluzza docente di storia dell’Università Cattolica di Milano, mentre sotto la stessa Madonna sono evidenti i segni di un’opera pittorica posta su uno stato di intonaco precedente e quindi si può ritenere sia quattrocentesca.
inutile negare l’entusiasmo sentito fra coloro che collaborano a questo lavoro, in più si è venuto a creare un legame naturale con Francesco Beccaruzzi, pittore Coneglianese (1492- 1562) che fu uno degli artisti di spicco del Cinquecento Trevigiano che nacque in contrada Saranello nella casa ora magnifica sede della Associazione Nazionale Alpini di Conegliano.
Questa documentazione storica è scritta perché tutti siano a conoscenza che la Chiesetta non è qualcosa di dimenticato ma è parte della storia di Conegliano.
Per secoli è stata la sola Chiesa sulla strada principale tra il Castello ed il Borgo ed ora potrà essere ammirata dalle moltissime persone che passeggiano per la calle della Madonna della Neve, non solo perché posta in un luogo piacevole e di medioevale memoria, ma anche, per il pregevole valore artistico che racchiude in sé.

IL RECUPERO

Chiesetta "Madonna della Neve", ingresso sud

Si tratta di lavori che riguardano la chiesa in ogni sua parte e precisamente:
— IL TETTO: verrà sistemato e ripassato integralmente.
— LE PARETI: verranno tolte e rifatte le vecchie malte già cadenti per l’umidità. Si adotteranno sistemi per combattere l’umidità ascendente ed esterna, visto che la Chiesa è parzialmente interrata. La parete di sinistra che divide la Chiesa da un piccolo locale sotto il campanile, sarà oggetto di uno studio in corso lavori, che definirà se consolidarla oppure se creare delle aperture per mettere in evidenza la mura carraresi sulle quali la Chiesa è accorpata.
— I PAVIMENTI: viste la manomissioni e rattoppi eseguiti con una pavimentazione di pietre in cotto fatte a mano, tranne che nel Presbiterio dove verranno riutilizzate le pietre di cugnan già esistenti nella Chiesa.
- LE PORTE INTERNE: verranno recuperate quelle originali. dopo un opportuno trattamento conservativo.
- I SERRAMENTI ESTERNI: alle finestre si manterranno le inferiate esterne, verrà messa una rete metallica di protezione su telaio in ferro, ed infine all’interno verrà messo un vetro stampato e colorato su un telaio in legno. Il portone d’ingresso verrà opportunamente restaurato, mentre su quello situato lungo il percorso pedonale, oltre al restauro conservativo verranno aperte due finestrelle per permettere la visione dall’esterno degli affreschi.
— IL CAMPANILE: presenta fessurazioni che possono destare una certa preoccupazione, quindi sarà opportunamente consolidato.
— LE CAMPANE: si provvederà alloro riuso funzionale, consolidando la travatura portante.
— ARREDI INTERNI: ove possibile verranno opportunamente restaurati e ricollocati nell’attuale sito.
— IL PRESBITERIO: verrà avanzata la seconda serie di scalini di circa 20 cm. e ridotto il numero da tre a due, così da ottenere un più ampio spazio a disposizione del celebrante. Il terzo scalino verrà arrestato fino a 60 cm. dal muro di fondo.
— L’ALTARE: l’attuale verrà ridotto e addossato alla parete sul fondo del Presbiterio, mentre il nuovo verrà posto al centro in modo da consentire la celebrazione verso i fedeli.
— GLI AFFRESCHI: dato il notevole interesse sia storico che devozionale, saranno oggetto di un accurato restauro conservativo, che verrà eseguito dalla restauratrice Alma Ortolan di Vittorio Veneto.
Inutile sottolineare a questo punto la necessità di un aiuto finanziario e di volontariato, che ci auguriamo sia sentito dai molti amici alpini e che venga espresso attraverso un contributo volontario presso la Sede Sezionale o presso il gruppo di appartenenza.
Il volontariato o lavoro manuale è richiesto a tutti e per ogni tipo di intervento quale la manovalanza, le opere murarie, le finiture in legno, ferro. ecc.
Come gruppo di lavoro abbiamo gi avviato richieste per finanziamenti e tra quelli gia ricevuti, dobbiamo al momento ringraziare: l’Amministrazione Comunale attraverso la persona del Sindaco e la Banca Popolare Friuladria con sede a Pordenone che per primi hanno aderito alla nostra iniziativa definita dal nostro Sindaco, in occasione dell’inaugurazione della rinnovata Sede Sezionale il 21/04/1990”... una iniziativa che fa onore allo spirito alpino e soprattutto agli Alpini della Sezione di Conegliano...”.

Coord. del Gruppo lavoro.
Progettista e Direttore Lavori
ARMELLIN Geom. Silvano
Incaricato Sezionale
BORTOLOTTO Valerio

LA BANCA POPOLARE FRIULADRIA E GLI ALPINI
Intervista al Direttore di Conegliano — Rag. Paolo Gobbo.
Quando mi è stata proposta l’iniziativa di sponsorizzare i lavori per il recupero della Chiesetta della Madonna della Neve, presentatami come la Chiesa degli Alpini di Conegliano, ho dato subito la mia disponibilità ed il mio interessamento affinché la Direzione generale di Pordenone appoggiasse questa Vostra iniziativa.
Questa disponibilità a collaborare con gli Alpini di Conegliano è per noi sincera e doverosa.
Non dimentichiamo che la Banca Friuladria ha sede a Pordenone, opera e lavora principalmente in Friuli, ed ha quindi con questa “terra alpina” e con gli alpini un rapporto di convivenza continua, esaltata dai valori dì solidarietà e di presenza sociale che l’Associazione persegue.
Con il nostro arrivo, qualche mese fa a Conegliano, abbiamo cercato di ripetere le esperienze positive che abbiamo avuto, ed eccoci quindi presenti e questa vostra iniziativa che ha via via assunto dei risvolti storico-artistici molto interessanti.
Quindi storia, arte, uomini, un rito che si ripete e che ai nostri giorni significa anche denaro. Eccoci quindi con voi esprimendovi la nostra solidarietà ed augurandovi un buon lavoro.
MADONNA DELLA NEVE

CHIESA DELLA MADONNA DELLA NEVE: I LAVORI
Fiamme Verdi, Dicembre 1990

Con una breve cerimonia. il giorno 09 giugno 1990 sono iniziati i lavori per il recupero della Chiesetta della Madonna della Neve, alla presenza del Presidente Sezionale prof Giacomo Vallomy e di Monsignor Felice Sacilotto Parroco del Duomo di Conegliano.
Da quel giorno ci siamo dati subito da fare affinché i lavori di ricostruzione avvenissero con una certa celerità e continuità chiedendo a chiunque fosse disponibile un aiuto sia finanziario sia di presenza nel lavoro.
L’inizio è stato un p0’ lento, ma via via che i giorni passavano, qualcosa si riusciva ad organizzare e grazie alla disponibilità dell’alpino Toffoli Zenildo di Godega di S. Urbano e dell’amico Aldo Armellin di Conegliano, che ci hanno messo a disposizione mezzi e maestranze; si poteva ben presto rifare il tetto della Chiesa e sistemare il campanile, completo di pittura eseguita dalla ditta F.lli Dottor dell’alpino Piero Dottor di S. Vendemiano.
Superato questo primo ostacolo ci aspettava la demolizione delle ma/te interne, la rimozione del pavimento, i lavori di consolidamento della struttura e di salvaguardia dell’umidità delle pareti. Questi/avori sono stati eseguiti principalmente al sabato, e qualche alpino ha avuto la forza e la volontà di andare avanti anche nelle ore serali con l’illuminazione artificiale.
Durante i lavori, sono emersi sotto gli intonaci, i segni delle manomissioni e ricostruzioni che nei secoli hanno interessato la Chiesa.
Sono infatti visibili vecchie volte, uno stipite in pietra lavorata molto importante per la lettura di una precedente distribuzione dei locali e la presenza ne/pavimento di tracce delle antiche mura, messe in senso trasversale rispetto ai, muri esistenti. Sulle pareti sono emerse evidenti due finestre situate ai lati del portone di ingresso sulla calle e vari altri rifacimenti o tamponamenti che nei secoli hanno dato ala Chiesa l’impronta attuale e con questi rinvenimenti la Chiesa acquista un valore monumentale degno del luogo in cui conservato l’affresco votivo attribuito al Beccaruzzi.
Con un certo entusiasmo stiamo continuando i lavori di restauro nei quali c’è la costante presenza di maestranze dell’impresa Edile Armellin Aldo & Figli Spa di Conegliano e di alpini volenterosi, ma viene ancora una volta chiesta la disponibilità di altri volontari.
La situazione finanziaria non ci permette ancora la totale copertura della spesa prevista, perciò inviliamo tutti aduno sforzo economico che ci aiuti nel nostro intento.
Tra gli aiuti economie pervenuti dobbiamo sicuramente annoverare quello della Cassa di Risparmio di Venezia che è presente a Conegliano con filiale in Via Trento Trieste e che ringraziamo perla disponibilità e la sollecitudine con cui ha aderito alla nostra iniziativa.

L’incaricato Sezionale: BORTOLOTTO VALERIO
Coord. gruppo lavoro, Progettista e direttore lavori: ARMELLIN Geom. SILVANO

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