Alpini sempre 1925-2025_19 I presidenti contemporanei: Paolo Gai - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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Alpini sempre 1925-2025_19 I presidenti contemporanei: Paolo Gai

ALPINI SEMPRE 1925-2015 - I 90 anni della Sezione di Conegliano
              1925-2015      
PAOLO GAI (1996-2002)

Il comm. Paolo Gai, di Pieve di  Soligo, già per molti anni capogruppo, viene eletto alla Presidenza  nell’assemblea del 1996 tenutasi a Casa Fenzi. Incarico che gli sarà  riconfermato una seconda volta. Un periodo, il suo, caratterizzato da forte e  sanguigna passione, un entusiasmo genuino ed immediato che egli cercava di  trasfondere in tutte le iniziative, sezionali e locali, che venivano intraprese.  Questo il suo esordio: “Due parole sole, non sono un oratore, sono per fare,  creare, stare insieme. Stare insieme vuol dire lavorare con tranquillità e  sincerità. Ringrazio tutti quelli che mi hanno dato la fiducia, però ringrazio  anche gli altri che mi hanno accettato. Io farò il possibile, però dobbiamo  farlo insieme.”
Nato a Pieve di Soligo,  capoluogo del Quartier del Piave, il 26 gennaio 1933 dove trascorse la sua  giovinezza, venne arruolato agli inizi del 1955. Dopo il CAR a Bassano, di cui  non serba buoni ricordi, fu aggregato al btg Tolmezzo dell’8° alpini,  svolgendo il servizio nelle caserme di Artegna e Gemona.
Dopo il congedo emigra per  lavoro in Svizzera da cui rientra nel 1959 per mettersi in proprio, e con  successo, come imprenditore edile. Una presenza attiva non solo nel settore  lavorativo, ma anche in ambito comunitario come, per esempio, la fondazione  della Filarmonica di Pieve, che presiederà per ben 16 anni, o la  sponsorizzazione di società sportive locali. Questo impegno benemerito gli farà  avere nel 1995 la nomina a Commendatore. Nel tempo libero, coltiva la passione  per il gioco delle bocce, particolarmente nella specialità del pallinetto.
All’indomani del congedo si  iscrisse al Gruppo di Solighetto, l’unico che operasse allora nel territorio,  guidato dal carismatico reduce Giovanni Pansolin. Si attivò, quindi, alla  ricostituzione del Gruppo di Pieve che avvenne nel 1963, collaborando dapprima  con Dino Grendene e poi con Alfredo Battistella fino a subentrarne nella carica  di capogruppo dal 1979 per un ventennio. Contemporaneamente fu eletto  consigliere sezionale, ricoprendo la carica di vice sia di Vallomy che di Basso,  e consigliere del Comitato Bosco delle Penne Mozze contribuendone ai  lavori di completamento. La sua perizia professionale  è infatti testimoniata dalla realizzazione dell’area che accoglie la statua  della Madonna, nostra Mater dolorosa, nel Memoriale di Cison di  Valmarino, lavori resi oltremodo ardui dal fatto che materiali ed attrezzi si  dovevano trasferire a spalle lungo i non facili ed erti sentieri boschivi.  Nel ruolo di capogruppo, tra le tante iniziative, vanno ricordati il gemellaggio  con gli alpini di Palmanova nel 1988, l’intitolazione del Viale degli Alpini a  Pieve, nel 1990 l’organizzazione della Festa della Fameja alpina per  aggregare l’intero Quartier del Piave e nel 1994 l’erezione dell’Ossario dei  Caduti in Russia nel cimitero della cittadina.
Dal marzo 1996, Paolo Gai è  chiamato a guidare la Sezione per due mandati, distinguendosi per il suo impegno  diretto e costante in tutte le iniziative sia sezionali che dei vari Gruppi.
Queste  le cariche distribuite:
Presidente:  Paolo Gai
Presidente onorario
: Giacomo Vallomy.
Vice presidenti: Renato Brunello, Luigi Maretto e Nicola Stefani.
Consiglieri di presidenza: Giuliano Zanin, Luciano Giordan.
Consiglieri: Silvano Armellin, Martino Bertuol, Gianfranco Da Dalt, Gianni Dal Cin,  Giuseppe De Nadai, Silvano De Luca, Nino Geronazzo, Luciano Giordan, Luigi  Grando, Gilberto Loschi, Giovanni Lot, Mario Marciano, Piero Polo, Stefano  Stefani, Davide Tardivel, Giuliano Zanin.
Consigliere nazionale: Lino Chies.
Tesoriere: Gianfranco Da Dalt; Segretario: Mirko Cadorin.
Segreteria: Claudio Lorenzet e Michele Pilla.
Sede: Gilberto Loschi; taverna: Sante Mario De Marchi.
Fiamme Verdi: Renato Brunello direttore responsabile; Roberto Zava direttore redazione; membri: Steno Bellotto,  Gianfranco Dal Mas, Antonio Daminato, Renzo Frusi, Claudio Lorenzet, Luigi  Maretto, Michele Pilla, Sandro Rui e Nicola Stefani.
Rapporti con FF.AA. e Cerimoniere: Nino Geronazzo.  Autorità cittadine: Silvano Armellin e Renato Brunello.
Bosco Penne Mozze: Nicola Stefani, Gilberto Loschi, Mario Marciano.
Protezione civile: Giuliano Zanin e Sandro Rui.
G.S.A.: Luciano Giordan, Martino Bertuol, Michele Pilla.
Madonna della Neve: Silvano Armellin.
Cappellani: don Raffaele Lot e don Domenico Perin.
Fanfara alpina: Davide Tardivel.
Alfieri: Gianni Dal Cin, Bruno Danieli, Luigi Grando, Fabio Bulfoni, Marsilio Rusalen.
Revisori dei conti: Massimo Battistuzzi, Carlo Breda, Antonio Daminato, Mirko De Nardi, Gildo Trivellato.
Probiviri: Ferdinando Antoniazzi, Paolo Da Ruos, Raimondo Piaia.
Giunta di Scrutinio: Valerio Bortolotto,  Giovanni Carlet, Bruno Danieli, Guido Martin, Antonio Oliana.
Verifica Poteri: Claudio Bernardi, Antonio  Cais, Paolo Da Ruos, Emilio Maschietto, Franco Zanardo.


1965. Casa Battistella sul Col de Fer.

Ecco gli eventi più  significativi nei sei anni di Gai:

1996

• dopo alcuni anni di lavori sotto la spinta di Flavio Calderari, inaugurazione della nuova sede di Barbisano, ricavata ristrutturando un vecchio fabbricato in località  Barbisanello.
ultimo saluto reverente al ten. col. Francesco Travaini del 7°, combattente sul fronte  occidentale. L’orazione funebre è tenuta dal Presidente Onorario prof. Giacomo  Vallomy, suo commilitone, che ne ha ripercorso con evidente commozione la vita e  le opere. Toccanti le sue parole, lui quasi novantenne: “Francesco,  mi hai preceduto, così ha voluto il Signore, nel Regno della Pace eterna. In  attesa che arrivi il mio turno, faccio mia la preghiera di don Tonino Bello:  Santa Maria, Donna dell’ultima ora, disponici al grande viaggio, aiutaci ad  allentare gli ormeggi senza paura; se ci sarà il tuo visto non avremo più nulla  a temere sulla frontiera.”
• presso il chiostro di San Francesco, apertura mostra fotografica con tema altamente significativo: Alpini per… la gente, l’ambiente, la storia.
• consegna diplomi di benemerenza ai volontari coneglianesi della P.C. impegnati nel “fango di Asti”.
• 25° di Parè. Questo il saluto del vecio comandante Giovanni Zanella, che l’anno  prima ha lasciato il ruolo di capogruppo al giovane Claudio Lorenzet:  “Quando la Sezione Alpini di Conegliano nacque 70 anni fa, io avevo 10 anni e  già suonavo con la banda di Collalbrigo. C’erano molti alpini in quel gruppo e  mai avrei pensato che dopo 70 anni, anch’io sarei stato ancora qui col cappello  alpino, guadagnato tra i monti della Grecia e ancora suonatore in una banda  musicale, formata da molti alpini. Tutto questo per ricordare da quanto tempo  senza cappello o col cappello sono in mezzo agli alpini. A questa meravigliosa  Associazione in tanti anni, ho dato e ricevuto tanta solidarietà, amore per il  prossimo, tolleranza, fede per le giuste cause, senso del dovere e tante altre  cose che solo chi vi appartiene conosce: prima a Collalbrigo e in sezione e poi  negli ultimi 25 anni a Parè come capogruppo. Sono orgoglioso di essere a capo  del Gruppo di Parè, fatto in massima parte di persone serie e laboriose, sempre  disponibili alle attività programmate. Io spero e mi auguro che questo prosegua  e migliori nel futuro con o senza la mia guida: in ogni caso sarò sempre  presente come tutti i buoni alpini. Ancora un grazie ai miei collaboratori, un  caro saluto a tutti gli Alpini da un vecio alpino di 80 anni.”

1999 Corbanese. Taglio del nastro nuova sede

Paolo Gai con il capogruppo di Pieve Giuseppe Collodet
1997

• a Belluno nostalgico addio alla brigata Cadore. Ultimo comandante il nostro gen. Primo Gadia. ”Esce dai nostri ranghi, ma non dal nostro cuore”, sono state le sue commosse parole di commiato.
• a marzo, giornata dedicata all’ecologia con la partecipazione di tutti i Gruppi della Sezione con monitoraggio dei corsi d’acqua e pulizia della Pontebbana, dal Piave al Meschio.
• il Gruppo di Orsago riconsegna alla comunità il seicentesco oratorio di Sant’Antonio completamente restaurato e portato all’antico decoro.
• grande esercitazione di Protezione Civile denominata Piave 97 alla quale, lungo l’alveo del fiume, sono impegnati circa 1000 alpini del Triveneto. Il nucleo di Conegliano, guidato da Giuliano Zanin, vi partecipa con 28 volontari.
• riapertura alla devozione della chiesetta di San Bernardino restaurata dagli alpini di San Fior.
• alla presenza del vicepresidente Nicola Stefani, inaugurazione nuova sede di San Vendemiano, fortemente voluta dall’infaticabile capogruppo Giuseppe Cadorin. “La soddisfazione e l’orgoglio per quanto viene fatto senza ricompense materiali- dice -paga sempre coloro che donano sacrifici e tempo nella realizzazione di opere sociali. Il Gruppo Alpini di S. Vendemiano ha realizzato un progetto fortemente desiderato fin dalla sua ricostruzione avvenuta 35 anni or sono e da ogni iscritto sognato. Grazie di cuore per quanto avete fatto. Grazie Alpini e non. Grazie a voi tutti ora abbiano la nostra Casa.”
• Paolo Gai è presente a fianco del capogruppo di Bibano-Godega Giorgio Visentin all’inaugurazione del restaurato antico oratorio campestre di San Bartolomeo, e apertura del suggestivo percorso naturalistico lungo le risorgive della Zigana.
• soccorso alle popolazioni di Umbria e Marche colpite da un violento sisma.
• il Gruppo di Parè, guidato da Claudio Lorenzet, interviene nella scuola Rodari per la sistemazione del giardino e della recinzione.
• Conegliano ospita il 77° Rancio di lavoro con i rappresentanti delle 25 Sezioni del Triveneto.

Esercitazione della Protezione civile
1997. Inaugurazione sede di San Vendemiano

La protezione civile ANA

1999. Camminitalia
1998

• 24 maggio, collocazione della grande Campana della Pace al Bosco delle Penne Mozze di Cison in memoria di Coloro che caddero in difesa dei propri ideali. “I rintocchi dell’Ave Maria risuoneranno in segno di concordia, di fratellanza nella Valle di San Daniele e in tutti i monti e valli, in una riconciliazione universale. Una fede giusta? Una fede dubbia, oscura? Forse entrambe, ma certamente degne di rispetto di fronte all’olocausto di tutti gli Alpini. I rintocchi della Campana, al crepuscolo vogliono significare ciò che i viventi con anima e cuore intendono evocare, e rivolgere preghiere a Colui che da lassù ci guarda benigno, comprende le nostre debolezze e sa toccare l'animo dell’uomo anche del più irascibile, a capire il sacrificio di ogni Caduto.”
• inaugurazione nuova sede del Gruppo di Pianzano guidato da Dino Favero.
Lino Chies eletto Consigliere Onorario per indiscussi meriti alpini conseguiti in iniziative umanitarie sia in ambito nazionale che oltreconfine.
• il Presidente presenzia all’ordinazione sacerdotale di Giuseppe Fagaraz, già alpino del btg Cividale e socio del Gruppo di Mareno.
• nel salone nobile di Palazzo Sarcinelli viene presentata l’Operazione San Quirico ad Assisi, in collaborazione con la Sezione di Vittorio Veneto. Si tratta di rendere nuovamente agibile l’antico monastero delle suore clarisse, danneggiato l’anno precedente dal terremoto. “Per secoli i bisognosi hanno bussato alla loro porta…- scrive Gianfranco Dal Mas -ora le suore umilmente bussano alla porta di noi alpini.” E gli alpini di Conegliano rispondono senza esitazione. Al saluto del presidente Paolo Gai è seguito l’intervento del sindaco Floriano Zambon che, plaudendo all’iniziativa, ha ricordato i legami storici e culturali tra il francescanesimo di Assisi e la Città di Conegliano. Nino Geronazzo si è quindi soffermato sulle motivazioni dell’intervento in aiuto delle Clarisse di Assisi. Lino Chies, presidente della commissione San Quirico, ha illustrato le fasi tecniche dell’intervento, qualificandone la portata umana.
• ultimo saluto al comm. Giovanni Daccò, classe 1920, alpino del 7° e combattente sul fronte greco-albanese. Fu uno dei grandi artefici della rinascita della Sezione: dal 1945 al ‘70 fu più volte consigliere e vicepresidente.
• inaugurazione nuova sede del gruppo di Refrontolo, guidato da Giacinto Soldan. Significative le parole del parroco don Pietro Varnier nel sottolineare il grande lavoro degli alpini finalizzato alla realizzazione di una sede così bella: “Vorrei suggerire un augurio, facendo riferimento ad un aneddoto dell’antica Grecia. Il filosofo Socrate si era fatto costruire una casa e chiamò gli amici a visitarla. Chi diceva che era troppo grande, chi diceva che era troppo piccola, chi diceva che era bella, chi diceva che era brutta. Socrate, dopo aver ascoltato tutti, disse una frase che tradotta in latino suonava così: Utinam adimpleatur veris et bonis amicis. Ossia: Volesse il cielo che la mia casa si riempia di veri e buoni amici. Ecco, la sede degli Alpini sia abitata da persone amiche tra loro e verso gli altri. Se sarà così, allora, come è successo in passato, si faranno cose grandi e belle anche in avvenire.”
Una serata per parlare di pace, è il titolo della conferenza organizzata dal Gruppo Città. Il capogruppo Floriano Zambon commenta: “Un’esperienza che non può che far bene allo spirito. Anche nel ricco Nordest.”
Presentazione Operazione San Quirico di Assisi
Paolo Gai con Bepi Cadorin
1999

• Assisi: alla presenza del Presidente nazionale Beppe Parazzini e dell’emerito Leonardo Caprioli, viene riconsegnato alle suore clarisse, costrette all’esilio ad Amelia, il restaurato monastero di San Quirico, del XV secolo, danneggiato dal terremoto. Per il completamento dell’operazione, tra l’ottobre 1998 e l’aprile 1999, hanno operato 11 squadre di lavoro con il coinvolgimento di un centinaio di volontari qualificati sotto la guida tecnica del geom. Lino Chies. Qualcuno riassume il tutto in pochi versi: “San Quirico. / È stato anche qualche moccolo / provocato dalla durezza della pietra / ma le bestemmie degli alpini / non salgono in cielo / esse rimangono a terra / sepolte dalla fatica / e purificate dal sudore. / Al cielo / sono salite le preghiere / ed i canti condivisi / con le Clarisse.” Dalle suore il complimento più bello: “I vostri volti ed i vostri nomi rimarranno per sempre impressi nei nostri cuori e ricordati nelle nostre preghiere.”
• per tragica fatalità durante l’Adunata di Cremona perde la vita il ventiseienne parà alpino Massimiliano Sech di Barbisano.
• commosso addio al grande vecchio e saggio alpino Giacomo Vallomy, indimenticato Presidente. Alpino combattente sul fronte occidentale, sostenitore di alte idealità che egli compendiava in Patria e Onore. Tra le tante attestazioni di stima, ecco il commosso saluto di un ragazzo disabile della Nostra Famiglia: “Signore, vogliamo ringraziarti per aver conosciuto Giacomo Vallomy nel suo ruolo di Presidente degli Alpini. Nelle tante occasioni del nostro cammino di persone, abbiamo imparato ad incontrarne l’amicizia, l’incoraggiamento, l’affetto che, da uomo di scuola e da maestro di vita, egli ha sempre voluto trasmetterci. Era per noi un uomo che nonostante gli anni portava dentro una grinta e una gioia di vivere per gli altri che ci coinvolgeva. Al Centro di Lavoro Guidato de La Nostra Famiglia di Mareno di Piave era di casa, come tutti gli Alpini coneglianesi, che di quel Centro sono stati costruttori e compagnia di vita quotidiana. Portiamo nel cuore i suoi auguri che ogni anno a Natale ci portava. Signore, accogli, nella tenerezza del tuo abbraccio di Padre, questo nostro amico che non dimenticheremo mai; fa che la sua testimonianza di vita resti come segno nella nostra comunità. Per questo Ti preghiamo.”
• Con la motivazione: “Forte dei vincoli di fraternità ed amicizia che uniscono la Città di Conegliano al 6° Reggimento Alpini, nato in città il 5 ottobre 1882, e al 7° Reggimento Alpini, nato in città il 10 luglio 1887, e consapevole del generoso contributo che molti giovani alpini hanno offerto a questa terra, servendo fedelmente la Patria nell’adempimento del loro dovere” il sindaco alpino di Conegliano, Floriano Zambon, presente il comandante della Julia, gen. Ivan Resce, conferisce la Cittadinanza Onoraria al 6° (col. Maurizio Ruffo) e 7° alpini (col. Giorgio Fabris).
Seguirà il Giuramento del 4° Scaglione 1999 dedicato alla M.O. Luigi Borriello.
• la P.C. sezionale è in Albania, a Kukes, per l’allestimento di una grande tendopoli destinata ad ospitare le migliaia di profughi provenienti dal Kosovo devastato dalla guerra civile.
• improvvisamente Bepi Cadorin, energico capitano del Gruppo di San Vendemiano e infaticabile macchina operativa sezionale, tra lo sconforto generale ha definitivamente posato lo zaino a terra. Il presidente Gai, visibilmente colpito, così lo saluta: “Caro Bepi… sembra impossibile! Ci siamo lasciati martedì sera, in sede a Conegliano, con il tuo consueto: ci sentiamo domani. Così hai salutato noi tutti, per correre ad un altro appuntamento a San Vendemiano. Gli ultimi momenti della tua vita mostrano il tuo modo di essere, la tua grande disponibilità, la tua generosità nell’offrire a noi alpini, alla collettività, ai meno fortunati, la tua opera ed il tuo grande cuore. Tutti abbiamo perso un amico, un grande amico. Ti vogliamo ora pensare insieme al tuo carissimo predecessore Gino Citron, uniti nella pace del Signore.”
• accolta a Bolzano la staffetta sezionale impegnata in Camminitalia, una manifestazione ideata per celebrare con 6500 km di scarpinate in alta quota gli 80 anni del Cai, da rifugio a rifugio. Il percorso, iniziato a S. Teresa di Gallura, in Sardegna, si conclude a Trieste. Il GSA della Sezione ha coperto il tratto da Fondo fino al rifugio Oltradige di Bolzano. La staffetta coneglianese era composta da Martino Bertuol, Lino Perencin, Angelo Morandin, del Gruppo di Susegana, Roland Coletti e Mario Cisotto del Gruppo di San Vendemiano. “Tutto si è svolto in modo perfetto,- commentano i protagonisti -un’irripetibile esperienza e un’occasione unica per conoscere lo straordinario ambiente della montagna.” Il testimone della staffetta è stato poi consegnato alla Sezione di Vicenza.
• al Teatro Accademia di Conegliano il premio Civilitas, Civiltà della Comunità, viene assegnato alla memoria di tre grandi figure alpine: Giacomo Vallomy, Giovanni Daccò e Pietro De Zan.
• istituzione della Colletta Alimentare: una giornata di pura solidarietà alpina coordinata da Lauro Piaia.
Fontigo

Gemellaggio di Pieve con Palmanova
Gaiarine

In casa Gai un buon bicchiere non manca mai
2000

• 50° di Gaiarine. Nell’occasione i ragazzi delle scuole medie svolgono una accurata ricerca sugli alpini del Gruppo. Il risultato è una pregevole pubblicazione: Voci e volti della nostra storia, che va ad aggiungersi alla storiografia locale.
Dopo aver ricordato che il Gruppo di Gaiarine, fondato nell’aprile del 1950, solo nel 1971 fu consegnato alla Sezione di Conegliano da quella di Pordenone (era presente anche il presidente Gasparet), Paolo Gai chiude il suo intervento con una frase dell’ex capogruppo dott. Costantino Cavarzerani: “Gaiarine ha sempre dato e dà ancora oggi agli Alpini i suoi figli migliori.”
• la P.C. è impegnata nella Francia meridionale, nella zona di Bergerac, investita da un violento uragano.
• Giubileo degli Alpini nell’antica abbazia di Follina, curato dal vicepresidente Battista Bozzoli.
• invio di volontari a Sarajevo e Zenica nell’ambito dell’Operazione Speranza in aiuto di un popolo che voleva tornare a vivere dopo la devastazione della guerra civile. Così ricorda Eliseo Cal al ritorno: “Non sarà facile dimenticare i cimiteri di Bosnia, i fantasmi delle case distrutte, la grande dignità che leggevo negli sguardi della gente, il silenzio di preghiera nella chiesa di Zenica, e il cielo triste di Bosnia che sembrava negare anche la speranza.”
Guerra al degrado delle mura del castello. Campo di battaglia: i mille metri quadrati di mura che costituiscono il terrapieno del castello fra porta Ser Bele e l’ingresso di piazzale S. Leonardo. “Gli alpini della sezione di Conegliano hanno già fatto molto in tanti settori- afferma il sindaco Floriano Zambon -e di questo va dato loro atto. Alcuni interventi, tra questi quello sulle mura del castello, hanno un valore notevole. Il fatto poi che siano dei cittadini volontari a farlo dà uno spessore ancora più alto all’iniziativa”. “È un onore- afferma per contro Lino Chies -per noi accettare l’invito dell’Amministrazione Comunale, perché ci permette di esprimerci sul nostro territorio. Con questa iniziativa, la Sezione di Conegliano intende infatti continuare il percorso di tutela del patrimonio cittadino intrapreso con il restauro della chiesetta della Madonna della Neve.”

Pulizia delle mura del castello
Costa. Marcia di solidarietà
Luigi Maretto e Paolo Gai

Bosco delle Penne Mozze. Paolo Gai tra Perona e Gentili

Caprioli riceve il Premio Civilitas assegnato all’ANA
• adeguandosi ai tempi, la Sezione ha il suo sito www.anaconegliano.it creato e aggiornato dal segretario Claudio Lorenzet, oggi strumento indispensabile di informazione e consultazione.
• il Gruppo di Santa Lucia accoglie la salma itinerante del Beato Claudio. Così scrive Renzo Sossai, storico del Gruppo: “Durante la settimana delle celebrazioni del centenario della nascita del Beato Claudio Granzotto, gli alpini santalucesi hanno assolto il compito di accompagnare, presenziando e portando a braccia, l’urna contenente il feretro con le spoglie mortali di questo illustre Figlio di Santa Lucia. Più che un onere, è stato un onore che ha riempito il nostro animo di sensazioni profonde, le stesse che si hanno quando si legge la cronistoria della vita del Beato Claudio. Riccardo Granzotto, così egli si chiamava prima di entrare in convento, classe 1900, diede come tutti i suoi coetanei un notevole contributo alla Patria. Poco più che quindicenne venne militarizzato dal Bando Cadorna e spedito a scavar trincee e costruire baraccamenti per i soldati oltre il Piave. Nei primi mesi del 1918, venne arruolato per la guerra nella 13ª compagnia dell’11° reggimento Fanteria da cui venne congedato il 18 ottobre 1921.”
• il Gruppo di Parè, guidato da Silvano Miraval, instaura un rapporto di solidarietà con la compaesana suor Luigina, missionaria salesiana in Patagonia, al fine di prestare aiuti umanitari alla popolazione locale.
• guidata da Nino Geronazzo una folta rappresentanza della Sezione si reca a Roma per sostenere il Presidente nazionale Parazzini il quale, a Palazzo Madama, perorava il Senato di non ridimensionare (invano) i reparti alpini. Le migliaia di Penne Nere convenute inquadrate e in ordine nella capitale da tutte le Sezioni d’Italia sono vergognosamente chiuse da un ferreo cordone di polizia a Piazza Navona.
• a dicembre, assegnato all’ANA, nella persona del Presidente emerito Caprioli, il prestigioso premio Civilitas promosso dalla Dama Castellana di Conegliano. Questa la motivazione: “Quale rappresentante di un’Italia fatta di gente generosa, carica di ideali profondi, capace di imprese eccezionali. L’ANA costituisce un patrimonio di umanità, di veci e bocia, impegnato a costruire, nelle comunità locali, reti di socialità, di solidarietà, di servizio. L’ANA è una realtà capace di grandi mobilitazioni nei bisogni, fiera dei valori in cui crede un popolo, chiamata a ripensare, di fronte ai cambiamenti, il suo essere, per proseguire nelle opere concrete, quella testimonianza che non ha bisogno di discorsi perché è già una divisa ed una bandiera. Conegliano riconoscente agli Alpini di ieri e di oggi, è convinta che non verrà mai meno, neanche nel futuro, la coraggiosa, operosa, silenziosa presenza degli Alpini.”

2001

Giorgio Visentin, capogruppo di Godega e collaboratore di Fiamme Verdi, si aggiudica il premio nazionale di letteratura alpina Parole attorno al fuoco con il racconto Salomon l’ebreo.
• Paolo Gai è nella sua Pieve di Soligo, accanto al capogruppo Giuseppe Collodet, all’inaugurazione della nuova sede intitolata al magg. Grendene.
• operazione San Girolamo al monastero delle clarisse di Gubbio per il rifacimento della clausura perimetrale. Grande gratificazione è venuta dall’affetto e dai ringraziamenti delle suore che dopo tanti anni di esilio hanno potuto lasciare il vecchio monastero della Santissima Trinità, in centro a Gubbio, e traslocare a San Girolamo proprio grazie alla recinzione che ora ne garantisce la clausura.
Per un buon tratto la recinzione affronta pendenze impossibili che solo dei veri alpini potevano vincere. Ora quel picco è orgogliosamente chiamato Quota Conegliano.
• inaugurazione nuova sede al Colnù del Gruppo M.O. Maset guidato da Mario Luca. Presenziano 8 vessilli sezionali e ben 83 gagliardetti. Il capogruppo ha ribadito un concetto a lui caro: “Gli Alpini in silenzio sanno fare cose importanti: perché solo Dio sa dove arrivano le persone semplici quando ci credono.” E li ha ringraziati, i suoi alpini, e con loro tutti quelli che hanno collaborato alla realizzazione dell’opera. Ha auspicato poi che tra il Gruppo e l’Amministrazione comunale ci sia sempre collaborazione per il bene della città. Il sindaco Zambon, elogiando la grande vivacità e disponibilità del Gruppo il quale, oltre alle varie attività in favore della comunità ora fa della sua casa un luogo di aggregazione, rassicura: “Gli Alpini sono un grande patrimonio di cui non si può fare a meno.”
• premio Civilitas, Civiltà nella Comunità, ad Antonio Cais, uno dei primi volontari coneglianesi impegnati a Rossosch, del Gruppo Città.
Sante Mario De Marchi, affettuosamente noto come Batocio, dopo 35 anni di presenza dietro il bancone e meritandosi, dopo il titolo di Cavaliere nel 1985, il rispetto di tutti e la grande stima dei Presidenti Curto, Vallomy, Basso e Gai, è stato premiato con il titolo di taverniere della Sezione ab aeterno. Si spegnerà a 74 anni il 15 febbraio 2004. Gli subentra Renato Perenzin.
• affollatissimo incontro a Vazzola con il gen. Luigi Federici, già comandante dell’Arma dei carabinieri e del IV Corpo d’Armata alpino, sul tema Rischio terrorismo in ambito nazionale.
Gruppo Maset. Il capogruppo Mario Luca
Vazzola. Il gen. Federici

Bibano. Restauro antico oratorio di San Bartolomeo
Paolo Gai con gli artisti dello spiedo gigante
nasce il coro alpino sezionale Giulio Bedeschi di Gaiarine. Dopo le direzioni di Vittorino Pavan e Vincenzo Antoniazzi, da una decina d’anni il coro è diretto da Simonetta Mandis, di provata professionalità musicale e strumentale.
Il comm. Paolo Gai, giunto al termine del suo secondo mandato, ripercorrendo l’intera esperienza ricorda con particolare soddisfazione l’aiuto dato dalla Sezione alle suore clarisse di Assisi per riavere a piena disposizione il loro convento di San Quirico, un’operazione che oltre alla consapevolezza di aver compiuto un’opera difficile sotto l’aspetto organizzativo, data la distanza, ha dischiuso in tutti i protagonisti la porta di un mondo sconosciuto, intriso solo di preghiera e di spiritualità segreta e nascosta. Il ricordo più triste è invece l’ultimo e commosso saluto al grande vecchio Giacomo Vallomy di cui fu per molti anni collaboratore e vicepresidente.
Così scrive il Direttore di Fiamme Verdi, Renato Brunello, commentando il cambio:
“Dobbiamo riconoscere che nei sei anni di presidenza Paolo Gai ha dimostrato grande disponibilità e generosità, con una oculata e puntigliosa presenza nell’impegnativo compito di rappresentare la nostra Sezione. Ha sempre cercato il rapporto cordiale e sereno con tutti i Gruppi, intervenendo anche con mezzi propri ove l’occorrenza manifestava la sua utilità. L’alpino Paolo Gai ha sempre portato e porta il cappello con la penna con orgoglio, conscio di cosa rappresenti tale emblema, con lo spirito che ha animato i nostri veci in momenti difficili e tragici, e che oggi anima la nostra benemerita Associazione. Nessuna retorica su tutto questo, solo un atto dovuto a chi ha dato molto alla nostra Sezione. Quindi un grazie sincero a Paolo Gai, con l’augurio di lunga militanza tra le Penne Nere e lunga vita in serenità e salute con i cari familiari. Al neo presidente Toni Daminato esprimiamo le nostre più sincere felicitazioni, con l’augurio ch’egli possa, nell’impegnativo, prestigioso incarico, ottenere tante soddisfazioni. Buon lavoro e in bocca al lupo!”
Al momento del passaggio di consegne, la Sezione conta 30 Gruppi con 4849 soci alpini, di cui ben 141 nuovi, e 723 aggregati. Totale: 5581.


Aria di festa alpina
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