2002 Risvegli e precipizi
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MONTAGNA INSIEME
Fiamme Verdi Giugno 2003
La 16° serata augurale alla città di Conegliano
Risvegli e Precipizi: Il Parco Nazionale delle Dolomiti bellunesi
Il Marmolada visto dal Passo Fedaia
Il Marmolada visto dal Monte Padon
Il Nuvolao
Il Piz de Mezzodì e Cima Pramper
Il 6 dicembre 2002 su iniziativa del Gruppo Alpini della Città e della Sezione CAI di Conegliano, presso l’Auditorium “Dina Orsi” si è concretizzata l’interessante serata “MONTAGNA INSIEME”, sul tema “Risvegli e Precipizi: Il parco Nazionale delle Dolomiti bellunesi”.
Le numerose penne nere, soci del Cai ed amici hanno assistito allo straordinario filmato di Luigi Cammarota, prodotto dalla RAI e GEO & GEO e presentato al filmfestival di Trento.
Erano presenti, naturalmente, il protagonista Franco Miotto e Luisa Mandrino redattrice dei testi del film e autrice del libro “La forza della Natura, Franco Miotto, l’uomo del viaz”.
La pellicola imperniata su di un commento-intervista di Franco Miotto, nell’ambito di una visione stupenda dove la flora adorna le verdeggianti valli e pendii, profumando l’aria; dove regna superbamente la fauna dolomitica; dove le vacche alpine stanziano, nel periodo estivo, a brucare gli esausti prati, ha entusiasmato i presenti, i quali hanno anche molto apprezzato l’esperto ed appassionato cacciatore Miotto quando ha asserito che, dopo aver ucciso un capriolo fu invaso da un senso di colpa, dal rimorso, allora in quell’istante giurò di non cacciare mai più, anzi di cercar di aiutare e proteggere quelle simpatiche, graziose bestiole. Dunque, pur attraverso un filmato si e potuto “godere” ed ammirare uno dei migliori scenari che ci offrono le Montagne Dolomitiche.
La serata è stata introdotta dall’intervento brevissimo del consigliere Silvestro Barro e dal presidente del CAI Tomaso Pizzorni, mentre alla fine Raimondo Piaia, già capogruppo Città, ricordando che la montagna deve esser rispettata ed amata, così si è espresso:
“Cari Amici,
l’intervallo di questo nostro annuale incontro, di Montagna Insieme, giunto ormai alla 16^ edizione, ci riserva una grande sorpresa.
Il 2002 che ormai sta per terminare, è stato titolato: anno internazionale della Montagna. Anno dedicato alla Montagna.
Alcune considerazioni personali.
Mia nonna Linda, originaria di Cencenighe, là dove il torrente Biois s’incontra con il Cordevole, ko ereane boce, ci raccontava la sua vita, vissuta in famiglia nell’Agordino. Alla fine dei suoi racconti, con un po’ di nostalgia, e riferendosi al paesaggio, ogni tanto diceva: La e bèla la montagna, e noi ghe ulón tant bén, sàsto, ma regòrdete Rairnondo, che la montagna la pretende de ése rispetàda, dai ómen. E quando il rispetto viene meno, alóra la pèrz la pasienza, la se ‘nrabia, diventa matrigna. Scatena tutta la sua potenza, travolge le natura intorno, colpisce l’uomo. E come sempre capita, a pagà sión in tuti.
Ma questa lezione, mi permetto di sottolineare, l’uomo, le pubbliche istituzioni, questa lezione non l’hanno sufficientemente capita. E le cause che ne derivano, facilmente si dimenticano.
- RICORDO DEL VAJONT –
Questa sera, Montagna Insieme, proprio per questo, per non dimenticare la catastrofe della diga del Vajont, vuole ricordare un fatto profondamente umano, accaduto quella notte spaventosa del 9 ottobre 1963. Uno dei tanti, certamente, ma singolare. Ecco la sorpresa, commovente sorpresa.
Abbiamo qui con noi, ospiti graditissimi, i protagonisti di un fatto concluso a lieto fine; chi sono?
Sono Micaela Coletti di Longarone, allora ragazzina di 12 anni, superstite della sciagura, e Cesare Antiga, allora gelataio in Germania, già ufficiale degli Alpini, socio della nostra Sezione, carissimo amico di molti di noi”.
Ha, quindi, invitato a salire sul palco la signora Micaela Coletti, Cesare Antiga, l’assessore Poldo Miorin in rappresentanza del Sindaco della Città, il Presidente del C.A.I. di Conegliano, il Vicepresidente della Sezione Alpini di Conegliano, Pietro Masutti e a completare la rappresentanza, il Vicepresidente del Comitato per i Sopravvissuti del Vajont, signor Gino Mazzorana. Anche lui un fortunato sopravvissuto a quella tragica notte. Bambino di dieci anni, dormiva in camera con il fratello; la casa fu travolta dalle acque. Perse i genitori il fratello ed uno zio. Fu tirato fuori di sotto le macerie nel fango. Sono le sue parole: ho dovuto abbandonare mio fratello che tenevo ancora per mano. Fu trasportato poi all’ospedale di Pieve di Cadore. Salvo.
“Prima di procedere alla consegna da parte della Signora Micaela, di una targa di riconoscenza all’amico Cesare, invito tutti noi ad un momento di silenzioso ricordo in memoria delle vittime della diga del Vajont”.
A conclusione Mondo Piaia ha aggiunto: “Noi di Montagna Insieme, uniti a Voi tutti, che ci avete onorato della vostra presenza, vogliamo rendere un pensiero encomiabile di gratitudine, a quanti Alpini allora in armi, si sono prodigati per offrire la loro opera di soccorso alle popolazioni colpite dalla sciagura del Vajont, ed al recupero delle vittime. Ricordo che molti giovani allora in armi, Alpini della nostra Sezione, parteciparono alle operazioni di Soccorso. Alla bandiera del 7° Reggimento Alpini ed a quella del 6° Artiglieria da Montagna, appartenenti allora alla Brigata Alpina CADORE, venne concessa la Medaglia d’Oro al Valor Civile”.
Renato Brunello
segue LA CATASTROFE DEL VAJONT